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Guerra delle valute, in campo i Brit

3/1/2011 | redazione

Nonostante i mercati emergenti costituiscano circa un terzo del PIL globale e della capitalizzazione di mercato, la percentuale di allocazione in tali paesi dei portafogli globali è solitamente limitata a qualche punto percentuale. Tali economie tuttavia rappresentano una notevole opportunità di investimento, e sono...


Db-X Markets ha emesso un certificato a capitale protetto avente come sottostante un basket equiponderato di valute BRIT (Brasile, Russia, India e Turchia). Il certificato ha una durata di quattro anni e punta all’apprezzamento del basket di valute sottostanti (real brasiliano, rublo russo, rupia indiana e lira turca) nei confronti dell’euro. Tutte le valute sono espresse in unità di moneta estera per euro; un rafforzamento delle prime rispetto all’euro, pertanto, corrisponderà a una riduzione del relativo tasso di cambio – e conseguente diminuzione del valore del basket sottostante. Alla scadenza, il certificato liquiderà un importo corrispondente alla performance inversa del sottostante, con un livello di protezione del capitale pari al 98%. Quindi, nel caso in cui l’euro dovesse rafforzarsi più del 2% rispetto al basket delle valute emergenti, all’investitore sarebbe comunque garantito un rimborso minimo di 98 euro. I valori di strike dei quattro tassi di cambio sono stati fissati il 10 gennaio 2011, e sono rispettivamente pari a 2,1818 per l’euro/real brasiliano, 39,6750 per l’euro/rublo russo, 58,7540 per l’euro/rupia Indiana e 2,0524 per l’euro/lira turca. Così come per la determinazione dei livelli di riferimento iniziali dei quattro tassi di cambio, anche per i corrispondenti livelli finali (alla data di scadenza) – che verranno utilizzati per valutare la performance del basket e il conseguente importo di liquidazione – si considereranno i valori di fixing pubblicati dalla Banca Centrale Europea.

OPPORTUNITA’ EMERGENTI
Nonostante i mercati emergenti costituiscano circa un terzo del PIL globale e della capitalizzazione di mercato, la percentuale di allocazione in tali paesi dei portafogli globali è solitamente limitata a qualche punto percentuale. Tali economie tuttavia rappresentano una notevole opportunità di investimento, e sono universalmente considerate come il principale motore della crescita globale per i prossimi anni.
La crescita economica dei paesi emergenti ha rilevanti influssi anche sui mercati valutari: si stima che dal 1998 ad oggi i volumi di operatività sulle valute dei paesi  emergenti siano più che triplicati, con conseguente riduzione dei costi di transazione, maggiore liquidità e possibilità di negoziazione after-hour.
Tra i paesi dell’area BRIT, il Brasile ha registrato nel 2010 un tasso di crescita del PIL notevolmente elevato, spinto principalmente dalla domanda interna. Grazie a un’oculata politica monetaria, il tasso di inflazione si è mantenuto stabile e i differenziali di tasso sono rimasti elevati.
Per quanto riguarda la Russia,
nonostante una leggera flessione del rublo negli ultimi mesi, le prospettive sull’andamento del tasso di cambio sono positive, alla luce dei maggiori dettagli riguardo al piano di privatizzazione e, soprattutto, del probabile ingresso del paese nel WTO (possibile già nel corso di quest’anno).
Gli elementi a favore dell’andamento della rupia indiana sono, invece, rappresentati dall’elevato tasso di crescita del reddito reale (pari all’incirca al 9% nel 2010), da un saggio di inflazione relativamente elevato, fattori che potrebbero indurre la Banca Centrale ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse nel corso del 2011; a ciò si aggiunge la forte spinta da parte del Governo verso la privatizzazione. A discapito di ciò, l’aumento del prezzo del greggio e una maggiore instabilità politica, che potrebbe bloccare l’agenda di riforme del parlamento, potrebbero rappresentare fattori di destabilizzazione per la valuta.
Infine, la Turchia, paese che sta attraversando una fase di notevole crescita interna, accompagnata da un aumento del tasso di inflazione; ciò sta spingendo la Banca Centrale a prevedere diverse tipologie di interventi finalizzati a ridurre la liquidità sul mercato. Le opzioni possibili sono rappresentate: da una riduzione dell’offerta di moneta – con conseguente apprezzamento nominale della valuta; o dal mantenimento delle attuali politiche espansive con conseguente apprezzamento della moneta in termini reali. In ogni caso, le prospettive sono favorevoli ad un ulteriore rafforzamento della lira turca sui mercati valutari.
La scelta della “particolare” tipologia di sottostante è pertanto basata su ragioni di ordine macroeconomico, unita alla volontà di offrire agli investitori la possibilità di prendere posizione su un mercato difficilmente accessibile, con una protezione del capitale pari al 98%.


a cura di Db-X Markets.

Articolo tratto dal mensile ADVISOR, Febbraio 2011

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