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Consulenti (ex-promotori) vs Consulenti: che fine ha fatto il risparmiatore?

12/20/2014

Finora gli interventi intorno all'Albo Unico si sono concentrati sui vantaggi o meno per consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) e consulenti fee-only di essere vigilati da un unico Organismo. È il momento di spostare il centro del dibattito.


Da quando nel mese di maggio 2014 è emerso il progetto di creazione del nuovo albo unico dei consulenti finanziari, che vedrà sotto lo stesso tetto consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), consulenti finanziari indipendenti e società di consulenza finanziaria, si sono scatenati numerosi dibattiti sulla validità o meno del progetto. Dibattiti che hanno raggiunto le stanze della politica e, tra emendamenti presentati, emendamenti cancellati, disegni di legge e varie commissioni, hanno ostacolato la nascita del nuovo Albo voluto da Apf, Consob e Mef.

 

Abbiamo sottolineato più volte l'importanza del progetto per il mondo della consulenza (Albo unico, l'occasione mancata), e ci siamo chiesti in più occasioni chi remava contro (domanda che non ha avuto risposta). Ma forse il vero freno alla nascita dell'Albo è dovuto anche ad un errore nel dibattito stesso che ha accompagnato il tema nel corso del 2014. Un dibattito che ha sempre avuto al centro gli operatori.

 

La maggior parte degli interventi intorno al progetto si sono concentrati sui vantaggi o meno per consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) e consulenti fee-only di essere vigilati da un unico Organismo e di "vivere istituzionalmente" sotto lo stesso tetto. Sono stati dibattiti che riflettevano sull'organizzazione della nuova istituzione e su come distinguere formalmente i pf, dagli indipendenti e viceversa. Temi rilevanti ma che hanno messo in secondo piano il vero cuore del progetto: il risparmiatore finale.

 

La regolarizzazione dei consulenti finanziari fee only e delle società di consulenza finanziaria, che dal 2007 (anno d'arrivo della prima Mifid) a oggi hanno operato senza nessuna vigilanza, non è fondamentale solo per creare il cosiddetto "level playing field" dove operatori di ogni tipo si possono confrontare nella logica competitiva del libero mercato, ma è essenziale soprattutto per garantire lo stesso grado di "tutela istituzionale" a tutti i risparmiatori, siano essi serviti da reti, da SIM, da srl, da fee only e così via. La Mifid I e II, il TUF, i regolamenti Consob e Bankitalia e via dicendo, con tutti i loro limiti, nascono con l'obiettivo di garantire maggiore protezione ai risparmiatori, innanzitutto disincentivando con l'aiuto di una serie di sanzioni disciplinari ogni tipo di atteggiamento fraudolento.

 

In questa direzione si muove il progetto dell'Albo Unico della Consulenza Finanziaria che non crediamo nasca "perfetto", sarebbe un'utopia, ma vuole nascere con quelle finalità di protezione. L'auspicio è, una volta approvato il progetto a livello normativo, che tutti coloro che finora hanno impedito la nascita dell'Albo inizino un confronto non per recriminare ruoli o poltrone, ma per arrivare a garantire ai risparmiatori, in maniera indiscriminata, quella "tutela istituzionale" che dovrebbe disincentivare la "cattiva" consulenza.

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