La rilevazione avviata a fine giugno dall'Organismo di vigilanza e tenuta dell'Albo unico dei Consulenti Finanziari (OCF) volta a stimare il numero potenziale dei futuri consulenti finanziari autonomi e delle società di consulenza finanziaria in Italia al momento sta procedendo a rilento. 

 

Secondo quanto risulta ad AdvisorOnline, infatti, l'avvio di quello che da molti è stato annunciato come un "censimento statistico" dei soggetti che intendono iscriversi al nuovo albo, dopo un avvio incoraggiante, sembra aver subito un rallentamento, in parte per le vicende macroeconomiche post-Brexit, in parte per i dubbi di molti professionisti che oggi praticano l'attività di consulenza ma che non sanno come gestire questa fase di transizione a causa di quel buco normativo che dal 2007 a oggi ha impedito a molti operatori di agire liberamente. 

 

Un timore che, secondo quanto riferiscono dagli uffici dell'OCF, non ha motivo di esistere dal momento che, per come è costruito il questionario pubblicato sul portale di OCF [https://survey.organismocf.it/index.php/449338?lang=it], l'obiettivo unico della rilevazione è quello "di conoscere la numerosità dei professionisti che sono pronti a valutare l'ipotesi di iscriversi all'albo una volta che saranno create le nuove sezioni dedicate ai consulenti autonomi e alle società di consulenza finanziaria". 

 

Detto in altri termini le nuove sezioni dell'albo (quella dei consulenti autonomi e delle società di consulenza finanziaria) non sono operative ma la Legge di Stabilità 2016 ne ha previsto l'avvio: il vero problema oggi è sapere quanti sono i professionisti o comunque gli interessati a vario titolo come, ad esempio, i consulenti fee only, i dipendenti di banca, i mediatori creditizi, i commercialisti, gli analisti finanziari, i promotori finanziari (oggi consulenti finanziari abilitati all'offerta fuori sede) che stanno valutando l'ipotesi di iscriversi all'elenco dei consulenti finanziari autonomi. 

 

 

La rilevazione statistica non costituisce domanda di iscrizione all'albo e servirà a fornire solo dati aggregati statistici fondamentali per "capire l'ordine di grandezza di quanti degli eventuali soggetti che chiederanno l'iscrizione all'albo godono già dei requisiti base per non sostenere l'esame e quanti, invece, dovranno sostenere l'esame di ammissione" spiegano dall'Organismo. "Dal 2007 a oggi tanti professionisti non hanno avviato l'attività di consulente finanziario autonomo per la mancanza di una regolamentazione definitiva, specie in materia di requisiti, per questo, quando tutto l'iter normativo sarà completato, vogliamo farci trovare pronti all'appuntamento". Il che significa sapere se e quanti saranno i soggetti che, potenzialmente nel primo anno di esercizio dell'Albo Unico, chiederanno di sostenere l'esame per l'ammissione all'elenco dei consulenti autonomi o di iscriversi in quello delle società di consulenza finanziaria.

 

 

Per questo il sondaggio si limita, nel caso delle persone fisiche, A sapere se il professionista è stato amministratore di società operante nella prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti prima del 31 ottobre 2007, se è stato promotore finanziario, se è stato dipendente di un soggetto abilitato: insomma se possiede i requisiti per evitare l'esame oppure se dovrà obbligatoriamente sostenere la prova di ammissione all'Albo. 

 

Analogo il discorso per le società di consulenza. "In questo caso sarà per noi importante sapere quanti esponenti aziendali, collaboratori o ausiliari delle singole società dovranno/vorranno sostenere l'esame per l'iscrizione all'albo" chiariscono dall'OCF che invita il maggior numero di professionisti a partecipare al sondaggio (al quale si può accedere attraverso l’area pubblica del portale www.organismocf.it) da qui a fine settembre.