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9/14/2016
Azioni, bond, fondi e derivati: un italiano su cinque non sa cosa siano e cosa farsene. Il Rapporto 2016 della Consob conferma il basso livello di conoscenze finanziarie delle famiglie italiane con più del 20% degli intervistati che dichiara di non avere familiarità con alcuno strumento finanziario e l'8% di chi investe che non sa cosa possiede, mentre il restante 80% indica per lo più i titoli di stato e le obbligazioni bancarie. Solo il 40% degli intervistati è in grado di definire correttamente alcune nozioni di base: inflazione e rapporto fra rischio e rendimento, mentre concetti più sofisticati relativi a prodotti diffusi registrano percentuali inferiori fino all'11%.
La stragrande maggioranza degli intervistati non comprende il concetto di tassi di interesse negativi né conosce fenomeni innovativi quali la consulenza automatizzata. L'altro tema è la grande avversione al rischio e a ottenere rendimenti inferiori alle aspettative: circa dei decisori finanziari italiani è avversa alle perdite. La ridotta alfabetizzazione finanziaria, prosegue la Consob, incide sensibilmente sulla comprensione dell'andamento dei mercati e di nuovi fenomeni congiunturali e come, oltre allo scarso livello di conoscenze finanziarie, le scelte degli individui possono essere influenzate anche da una percezione distorta delle proprie competenze.
Circa l'85% degli intervistati si attribuisce capacita almeno nella media con riferimento alle decisioni di risparmio, amministrazione del bilancio familiare e controllo delle spese inutili. Il Rapporto evidenzia come, a partire dal 2008, la partecipazione delle famiglie ai mercati finanziari ha subito una contrazione, ma negli ultimi anni si è registrato un graduale recupero verso valori prossimi ai livelli pre-crisi.
A fine 2015, in particolare, la quota di famiglie che possedeva almeno un prodotto finanziario si è attestata al 50% del totale a fronte del 55% nel 2007. In dettaglio è diminuita la partecipazione relativa a titoli del debito pubblico domestico, prodotti del risparmio gestito e azioni quotate italiane. Al contrario è aumentata la quota di famiglie che possiedono obbligazioni bancarie italiane: nonostante il bail-in (entrato invigore il primo gennaio 2016) sono il prodotto più diffuso a fine 2015.
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