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Brexit: anche Milano può guadagnarci, ma non è facile

4/21/2017

Il presidente della Consob Vegas ha ricordato che Irlanda, Lussemburgo, Francia, Germania e Olanda sono percepiti come più efficienti e competitivi


Brexit rappresenta un’opportunità per l’Italia e per il suo settore finanziario. Ma non mancano i rischi. Lo ha ricordato giovedì il presidente della Consob, Giuseppe Vegas (nella foto), durante un’audizione alla Camera dei Deputati. ”Brexit - ha detto Vegas - nel mondo dei servizi finanziari implica la perdita del cosiddetto passaporto europeo per le banche e le imprese di investimento, che significa la possibilità di operare sulla base dell’autorizzazione e dei controlli effettuati dalla sola autorità del Paese di origine”. Londra, fuori dalla Ue, verrà a perdere il ruolo di centro finanziario di riferimento per il mercato europeo e per l’Eurozona e le attività finanziarie intermediate oggi nella City saranno riassorbite all’interno dell’Unione Europea, soprattutto a Parigi, Francoforte e Lussemburgo: operatori basati nel Regno Unito dovranno trovare una nuova collocazione nei centri finanziari europei se vorranno avere libero accesso al mercato europeo retail e all'ingrosso, mentre le agenzie europee basate a Londra (EBA e EMA) saranno ricollocate all’interno dell’Unione europea.

Vegas ha ricordato che l'Italia è un "importatore" di servizi finanziari dal Regno Unito: operano direttamente dalla City nel nostro paese 51 imprese di investimento, 16 banche con succursale, 1.992 imprese di investimento, 87 banche in libera prestazione di servizi, 4 società di gestione del risparmio con succursale, 26 società di gestione del risparmio in libera prestazione di servizi. A queste vanno aggiunte 32 imprese che operano in connessione diretta sui mercati regolamentati gestiti da Borsa Italiana, di cui 14 primary dealer (operatori principali con funzione di market maker su MTS). Londra, inoltre, è anche per gli operatori italiani il centro di riferimento per i servizi finanziari all’ingrosso (wholesale) e OTC (con una percentuale del 75% di tutto il "fuori mercato") e sono numerosi i soggetti e le imprese che operano direttamente con controparti UK su Londra.

"Brexit rappresenta una possibilità per lo sviluppo delle infrastrutture di trading e post-trading e di attrarre attività di front-office e  back office di imprese, banche di investimento e gestori di Londra" ha sottolineato Vegas, ricordando però che i rischi sono rappresentati dalla "marginalizzazione dei mercati italiani rispetto ai circuiti Euronext e Deutsche Boerse, soprattutto in assenza di strategie di sviluppo e investimenti da parte del gruppo LSE" e  da un'ulteriore concentrazione di attività in centri finanziari europei concorrenti (Vegas ha citato Irlanda, Lussemburgo, Francia, Germania, Olanda). Questi cinque paesi, ha aggiunto Vegas, sono "percepiti come più efficienti o maggiormente competitivi".

Il numero uno della Consob ha consigliato di sviluppare una strategia complessiva che dovrebbe prevedere l'eliminazione della Tobin tax e, più in generale, l'armonizzazione della tassazione a livello europeo, il rafforzamento dei controlli a livello europe o sulle attività di vigilanza e sanzione per le violazioni finanziarie, così da evitare disparità di trattamento sui diversi mercati, la promozione della creazione a Milano di un hub (operante a livello europeo) per i servizi alle PMI (rating, audit, consulenza ) e la semplificazione delle procedure e certezza de i tempi di giudizio per le controversie d’impresa secondo modello del Tribunale delle Imprese di Milano.

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