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Bric, non è più il poker perfetto

3/8/2011 | redazione

Brasile, Russia, India e Cina. Ecco come muoversi tra i quattro paesi emergenti che hanno dominato gli ultimi anni.


"A febbraio i mercati azionari nei Paesi CEE, come in quasi tutti i Paesi emergenti, hanno attraversato una fase laterale o addirittura leggermente al ribasso al netto delle oscillazioni, proseguendo così la tendenza ad un andamento delle quotazioni al di sotto della media rispetto ai mercati avanzati". Ad affermarlo sono gli esperti di Raiffeisen Capital Management, in un rapporto sul mercato dei capitali dei mercati emergenti.

"Sui mercati finanziari dei Paesi emergenti" continuano i gestori "a febbraio hanno dominato, oltre ai temi di interesse locale, l'ulteriore salita dei prezzi delle materie prime e la crescente pressione dell'inflazione". Non solo. "L'espandersi dei disordini nel Nord Africa ha occupato le prime pagine dei giornali, ma per lungo tempo non ha avuto effetti diretti al di fuori della regione immediatamente interessata. Indirettamente sono stati molto influenzati invece i mercati finanziari mondiali, soprattutto verso la fine del mese, in primo luogo per effetto del forte aumento del prezzo del petrolio". In questo scenario non potevano non risentirne anche le quotazioni dei cosiddetti Bric, intorno ai quali non c'è più unanimità in termini di previsioni per l'andamento dei prossimi mesi.

A riguardo Raiffeisen Capital Management sembra avere le idee chiare. Ecco nel dettaglio il parere dei gestori della società austriaca su Brasile, Russia, India e Cina.

Brasile
"Le azioni brasiliane sono ancora da considerarsi in prevalenza molto care. Senza le azioni Petrobras e Vale, che hanno valutazioni relativamente basse, il rapporto prezzo/utili per il mercato complessivo sarebbe di gran lunga più elevato. Così il mercato azionario ha già in gran parte tenuto conto delle aspettative positive e il potenziale di rialzo sembra quindi piuttosto limitato almeno nel breve periodo".

Russia
"A febbraio il mercato azionario russo non è cresciuto ulteriormente nonostante l'aumento del prezzo del petrolio, ma si è mosso lateralmente, con varie oscillazioni. Dopo i robusti aumenti delle quotazioni nei mesi precedenti questa tendenza è interpretabile come un normale consolidamento, tanto più che all'effetto galvanizzante del rialzo dei prezzi delle materie prime si oppongono gli effetti frenanti sulle quotazioni dovuti al peggioramento del sentiment a livello internazionale. In conclusione la Russia dovrebbe rientrare anche nei prossimi mesi nel novero dei mercati azionari più promettenti dei Paesi Emergenti, principalmente anche per via delle valutazioni relativamente basse e del potenziale di ripresa a ciò connesso".

India
"Il mercato azionario indiano sta ancora attraversando una fase di forte correzione al ribasso, sebbene dopo le forti perdite di gennaio sia riuscito ampiamente a migliorare il suo livello a febbraio. Le opportunità migliori a lungo termine potrebbero celarsi ancora nel settore delle piccole e medie imprese, le quali tornano già a quotare su livelli abbastanza interessanti e presentano invariatamente un'ottima crescita degli utili. Nelle prossime settimane potrebbe però persistere la fase di correzione sul mercato azionario indiano".

Cina
"A febbraio il mercato azionario cinese (Shanghai) è leggermente salito in controtendenza rispetto ai Paesi emergenti in generale, mentre le azioni cinesi di Hong Kong hanno subito una flessione. Nonostante la valutazione piuttosto favorevole nei confronti degli altri mercati emergenti della regione, le azioni cinesi non sono ancora in grado di sviluppare un trend rialzista. Probabilmente qui il mercato anticipa già da molto tempo la crescente pressione sui margini di guadagno di per sé frequentemente molto sottili. Gli aumenti operati dalla banca centrale sui tassi di interesse naturalmente sono tutt'altro che favorevoli per le quotazioni delle azioni. Salvo smentite, il mercato azionario dovrebbe rimanere in posizione d'attesa finché non si profilerà con maggior chiarezza se sia stato trovato un buon bilanciamento tra inflazione e crescita".

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