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Reddito fisso, ecco la ricetta per raggiungere il 10%

1/14/2014 | Alessandro Chiatto

Il 2014 non sarà un anno positivo per chi investe in obbligazione, ma ci sono ancora strade percorribili dove poter guadagnare il 10%. E' l'analisi di Chris Iggo, cio global fixed income di AXA Investment Managers


Il 2014 non sarà un anno positivo per chi investe in obbligazione, ma ci sono ancora strade percorribili dove poter guadagnare il 10%. E' l'analisi di Chris Iggo (nella foto), cio global fixed income di AXA Investment Managers, nel quale comunque sottolinea come lo scenario veda rendimenti medio-bassi.

 

"Nel nostro scenario di base per quest’anno, i governativi probabilmente produrranno ancora un rendimento complessivo negativo, i titoli investment grade saranno sostanzialmente stabili, mentre il segmento high yield genererà rendimenti tendenzialmente inferiori a quelli del 2013. Tuttavia, dalla metà degli anni ’90, ogni anno una buona parte del mercato obbligazionario ha prodotto un rendimento complessivo del 10% almeno. Utilizzando gli indici BAML classifichiamo l’andamento dei settori obbligazionari in cui investiamo attivamente. Il settore più brillante ogni anno ha prodotto un rendimento tra il 10,1% (HY Europa nel 2013) e il 74,9% (HY Europa nel 2009). Ma non è sempre l’high yield a prevalere. Nel 2002, 2007 e 2011 è stato il mercato dei titoli indicizzati all’inflazione a ottenere rendimenti a due cifre, mentre in diversi periodi di “flight to quality” sono stati i titoli di stato core a produrre un rendimento del 10% o superiore (i titoli del Tesoro americano nel 2008 hanno guadagnato il 14,0%, i Gilt britannici nel 2011 hanno guadagnato il 16,9%). Nel 2012 il rialzo del mercato del credito trainato dal piano di allentamento quantitativo ha determinato per i mercati investment grade negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa un rendimento superiore al 10%, mentre un paniere di titoli di stato dei paesi periferici in Europa ha guadagnato il 18,5%".

 

Gli spread sono diretti verso i livelli minimi del 2007? -  E' difficile prevedere per il credito o l’high yield un rendimento del 10% per quest’anno, soprattutto in considerazione della prevista pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari sottostanti a fronte della ripresa globale. Il mercato investment grade nel Regno Unito è il più redditizio, con un tasso del 3,92%, e potrebbe produrre un rendimento complessivo del 10% se il tasso di rendimento medio scendesse al di sotto del 3,2%. È fattibile? Se il rendimento dei titoli di stato britannici resterà invariato, gli spread dovrebbero scendere su livelli che non vediamo dal 1997 (60 punti base). Nei mercati investment grade negli Stati Uniti e in Europa è persino più difficile ottenere il 10%, in considerazione del rendimento di partenza più basso e della duration più breve di questi mercati rispetto al Regno Unito. I titoli di stato dei Paesi periferici in Europa potrebbero rappresentare il settore vincente? L’anno è iniziato molto bene, col brusco calo dei rendimenti delle obbligazioni spagnole e italiane, e i successi di Irlanda e Portogallo. Ma per ottenere un rendimento del 10%, lo spread sui titoli sovrani dovrebbe scomparire. Certo, la situazione sta migliorando nei Paesi periferici, ma il debito pubblico è ancora in aumento e la crescita del Pil nominale è inferiore al costo del denaro; inoltre gli investitori dovranno attendere i risultati dell’Asset Quality Review più avanti nel corso del 2014. 

 

Probabile ripresa nei mercati emergenti - Il debito dei mercati emergenti in valuta forte ha risentito del massiccio deflusso di capitali, dell’aumento dei rendimenti dei Treasury e dell’ampliamento degli spread, mentre il debito in valuta locale ha subìto la forza del dollaro e il deterioramento delle condizioni macroeconomiche in diverse economie emergenti. Oggi c’è più valore nei mercati emergenti, con lo spread dell’indice sovrano a 300 p.b. rispetto ai titoli del Tesoro americano, mentre l’indice rappresentativo del mercato corporate nei paesi emergenti guadagna il 5,25% circa. Questa asset class è stabile dal 3° trimestre dello scorso anno nonostante la debolezza delle valute dei mercati emergenti. Se la crescita negli Stati Uniti proseguirà ai ritmi attuali e la Cina non deluderà ancora, è verosimile che il debito dei mercati emergenti tornerà verso valori medi. È uno scenario più probabile se i tassi continueranno a restare bassi e la crescita resterà positiva poiché ci sono certamente investitori pronti a rientrare nei mercati emergenti per cogliere i rendimenti più alti. La correlazione tra l’andamento del segmento high yield e dei mercati emergenti si è interrotta lo scorso anno, a fronte del deterioramento dei fondamentali macroeconomici, ma se non ci saranno altri shock sul fronte politico questa correlazione dovrebbe ricostituirsi. 

 

I linker offrono una forma di copertura – L’anno scorso gli strumenti indicizzati all’inflazione hanno riportato un rendimento poco brillante a causa del rialzo dei rendimenti reali e del calo dell’inflazione. Quest’anno difficilmente la situazione si ripeterà. Considerata la long duration dei titoli indicizzati all’inflazione, un atteggiamento di avversione al rischio favorirebbe i detentori di questi titoli - direttamente più che in termini di break-even. Se un nuovo aumento dell’inflazione effettiva o prevista coinciderà con una fase di avversione al rischio, allora potremmo assistere facilmente a un’inversione di tendenza nel rendimento dei TIPS negli Stati Uniti (-9% nel 2013). Non si tratta di una previsione, ma c’è una certa sicurezza sui mercati del credito, come dimostrano le emissioni facilmente assorbite nella prima settimana lavorativa dell'anno. Gli obbligazionisti vogliono sfruttare i tassi bassi, incamerare i profitti subito, anche se non ne hanno bisogno. Sarà meglio essere pronti nel caso in cui questa situazione favorevole non duri più a lungo.   

 

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