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Consulenti (ex-promotori), ecco cosa temono gli investitori

1/20/2014

L'ultima rilevazione dell’indagine sull’inflazione M&G YouGov Inflation Expectations Survey mostra che i consumatori europei continuano ad aspettarsi un costo della vita ancora più alto sia da qui a un anno sia fra cinque anni


Se nel corso del 2013 c’è stato qualche sprazzo di ottimismo in alcuni Paesi europei, l’ultima rilevazione trimestrale dell’indagine sull’inflazione M&G YouGov Inflation Expectations Survey mostra che  i consumatori europei continuano ad aspettarsi un costo della vita ancora più alto sia da qui a un anno sia fra cinque anni.

 

L’indagine è condotto a cadenza trimestrale in Austria, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Singapore, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Il confronto con i risultati rilevati all’inizio del 2013 mostra che le aspettative di inflazione a breve termine di una parte dei consumatori europei sono diminuite nel corso dell’anno. Nei risultati dell’ultima indagine, le cifre sulle aspettative di inflazione sia a un anno sia a cinque anni sono scese leggermente in Austria, Germania, Italia, Spagna e Svizzera. Questo dato non sorprende alla luce della debolezza dello scenario macroeconomico e della flessione di circa il 5,6% nei prezzi delle materie prime negli ultimi tre mesi del 2013. I Paesi dell’Unione Monetaria Europea (EMU) hanno inoltre beneficiato di un Euro più forte, che ha guadagnato circa il 6,6% nel corso dell’anno sulla base del tasso di cambio effettivo reale.

 

Tuttavia, la maggior parte dei consumatori nell’EMU e nel Regno Unito si aspettano ancora un’inflazione uguale o più alta rispetto al target CPI – Consumer Price Index - del 2,0% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalla Bank of England (BoE) sia nel breve sia nel medio termine (rispettivamente uno e cinque anni).

 

Più della metà degli intervistati in Svizzera (56%) e il 40% nel Regno Unito ha dichiarato però di essere molto o abbastanza fiducioso che la Swiss National Bank e la Bank of England rispettivamente stiano perseguendo le corrette politiche per raggiungere i target di inflazione stabiliti.

 

In Europa continua tuttavia ad aleggiare il timore per l’impatto dell’inflazione; la maggioranza degli intervistati nella maggior parte dei Paesi considera la crescita dell’inflazione un fattore di preoccupazione per sé e per le proprie famiglie. In particolare in Italia, più di tre quarti (77%) dei consumatori si trova d’accordo con questa affermazione. In Italia e Francia questi timori emergono anche nella prospettiva pessimistica riguardo al proprio reddito netto: questo è particolarmente marcato in Francia, dove la metà dei consumatori (50%) pensa che il proprio reddito si ridurrà nei prossimi 12 mesi.

 

Lo scenario è leggermente migliore in Germania, dove meno della metà dei consumatori (42%) crede che l’inflazione sia fonte di preoccupazione per sé o per le proprie famiglie, e in Svizzera, dove le cifre sono addirittura più basse, circa una persona su tre (33%). La maggioranza degli intervistati in tutti i Paesi, ad esclusione di Italia e Francia, crede che il proprio reddito netto resterà invariato  o crescerà nel corso del prossimo anno.

 

La fiducia dei consumatori nelle politiche economiche dell’Europa rimane in generale bassa; due consumatori su tre in Francia (67%), Italia (69%) e Spagna (65%) non credono che i propri governi stiano perseguendo la giusta politica economica. Maggiore fiducia nel Regno Unito e in Svizzera, dove quasi un consumatore su tre (29%) approva le politiche economiche del proprio Paese.

 

Nel 2013, i consumatori di Singapore e Hong Kong hanno risposto in controtendenza rispetto al trend europeo di leggero ottimismo sul breve periodo. A Hong Kong, i consumatori sono diventati leggermente più pessimisti sul medio periodo per quanto riguarda il proprio potere d’acquisto: nell’ultima indagine infatti si aspettano un’inflazione a cinque anni al 5,5%, in crescita rispetto al 5% dell’ultimo sondaggio fatto in agosto 2013. I consumatori di Singapore mostrano maggiore preoccupazione per l’inflazione a breve termine (dei prossimi 12 mesi), con un tasso che passa dal 3,7% al 4% nell’ultima indagine.

 

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