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Edouard Carmignac scrive a Mario Draghi

4/17/2014

I risultati della Banca centrale europea sono pienamente soddisfacenti? E' la domanda che pone il presidente e fondatore di Carmignac Gestion, in una lettera inviata proprio al governatore della Bce


I risultati della Banca centrale europea sono pienamente soddisfacenti? E' la domanda che pone Edouard Carmignac, presidente e fondatore di Carmignac Gestion, in una lettera inviata proprio al governatore della Bce, Mario Draghi, al quale non manca di fornire i suoi consigli per i prossimi passi che l'istituto centrale europeo dovrebbe seguire. Di seguito il suo commento.
 
 
Egregio Presidente, 
per due volte mi sono permesso di congratularmi con Lei per il percorso esemplare da Lei seguito durante il primo anno del Suo mandato.
 
Oggi, a soli due anni e mezzo dalla Sua nomina, la BCE è diventata, grazie a Lei, l'istituzione chiave della costruzione europea, evitando l'implosione dell'Eurozona e riaprendo l'accesso ai mercati ai paesi più deboli.
 
Le prove lo dimostrano: nel gennaio 2012, Italia e Spagna prendevano denaro in prestito a tassi decennali prossimi rispettivamente al 7% e al 5%. Oggi tali tassi si sono dimezzati. Ancora più notevole è stato il Suo sostegno condizionato a questi Stati attraverso l'adozione dei fiscal compact di buona condotta. I risultati ottenuti sono stati raggiunti con un intervento minimo da parte della BCE e la ritrovata fiducia degli investitori ha consentito ai mercati di svolgere il proprio ruolo.
 
Sebbene spettacolari, è da chiedersi se tali risultati possono essere ritenuti pienamente soddisfacenti? Sicuramente no. Questi due paesi si aspettano una crescita inferiore all'1% e un'inflazione prossima allo zero. Quest'anno ancora il loro debito pubblico peggiorerà ulteriormente in quanto il peso degli interessi rimarrà sensibilmente al di sopra della loro crescita nominale. La BCE incontra innegabili difficoltà a stimolare l'attività economica negli Stati membri, ma ha il dovere di misurare l'impatto recessivo del risanamento delle finanze pubbliche e dell'adozione di riforme strutturali. Pertanto, spetta necessariamente alla BCE di controbilanciare tale peso con una politica monetaria decisamente accomodante, che mira ad un indebolimento dell'euro, volto a restituire un margine competitivo alle imprese europee e a riavvicinare l'inflazione a circa il 2%.
 
Come si possono raggiungere tali traguardi in modo decisivo? La mia proposta è la seguente:
(1)    una politica "tasso zero", ottenuta attraverso una riduzione simbolica dello 0,25% del tasso di riferimento;
(2)    un programma mensile di acquisto di 50 miliardi di titoli di Stato da ripartire in base al peso economico dei rispettivi Stati membri, ossia pari al 6% del PIL dell'area su base annua, fermo restando che tali interventi non sarebbero soggetti a sterilizzazione.
 
La ritrovata fiducia nella costruzione europea, di cui è stato l'iniziatore, deve essere consolidata. Oggi Machiavelli ha il dovere di trasformarsi in Super Mario, un ruolo alquanto gratificante quando si tratta di evitare che i meccanismi complessi dell'economia europea restino intasati dalla deflazione.
 
In tale attesa, che di certo non vorrà deludere, La prego di accettare, egregio Presidente, i miei migliori saluti.

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