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La nuova grande idea di Bill Gross

7/29/2014 | Massimo Morici

Se il tasso ufficiale reale è vicino allo zero, le valutazioni di azioni, bond e attività rischiose dovrebbero apparire meno artificialmente elevate. Leggi il discorso integrale del re dei bond sulla "Nuova Neutralità"


L’ultima grande idea di Bill Gross (nella foto) si chiama “nuova neutralità”. Presentata al Secular Forum dello scorso maggio, nell’ultima newsletter di luglio il re dei bond torna a difendere la sua posizione spiegando che “se il tasso ufficiale neutrale è inferiore al 2% storico in termini reali, e se facilita una normale volatilità degli asset, le valutazioni delle azioni, delle obbligazioni e delle attività rischiose in generale dovrebbero apparire meno artificialmente elevate di quanto alcuni presumono”. 
 
 
Gross, in altre parole, crede che si aprirà nei prossimi mesi un’epoca contrassegnata dalla ricerca di reddito la quale andrà a sostituire l’era dei capital gain, nonostante gli attuali rendimenti artificialmente bassi. Le sue previsioni? Nei prossimi cinque anni le obbligazioni renderanno il 3-4% e le azioni forse il 4-5%. "Se le banche centrali - ha sottolineato Gross, itervenendo all'ultima Morningstar Investor Conference di Chicago -  procedono con cautela, non vi sarà necessariamente un’altra Lehman Brothers, ma neppure un’azione di propulsione dei tassi d’interesse tale da generare rendimenti a due cifre. Quei giorni appartengono al passato. Il percorso verso un tasso sui FF dello 0% in termini nominali e del -1,5% in termini reali si è concluso. In futuro ci attende una nuova neutralità caratterizzata da un tasso reale dello 0%, un inasprimento del credito senza dubbio, ma certamente moderato”.

In questo scenario, che cosa preferisce o raccomanda PIMCO? “Privilegiamo i premi al rischio di credito e azionario - conclude Gross - nonché le vendite di volatilità e la porzione intermedia della curva, contrapposta alla semplice esposizione alla duration, anche se dobbiamo ammettere, come abbiamo già fatto, che i tempi d’oro dell’alfa di tutti i premi al rischio sono ormai alle nostre spalle. Questi ultimi sono troppo ridotti per generare significativi guadagni in conto capitale, e il loro carry, anche a fronte di un modesto grado di leva, si attesta in un range del 3-5% annuo”.
 
 
 

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