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Le tre incognite del dopo-vacanze

8/20/2014 | Redazione Advisor

Mark Burgess, chief investment officer di Threadneedle Investments, nel suo ultimo "Viewpoint" sembra avere le idee chiare su come muoversi per i mesi a venire. E dopo la sorpresa obbligazionaria, attenti a...


Come reagiranno le obbligazioni alla normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti? Quali saranno le ripercussioni di tale normalizzazione sui mercati emergenti? E gli utili societari spingeranno al rialzo mercati azionari già in gran parte ai massimo storici? Sono queste le tre grandi incognite della seconda parte del 2014. Ne è convinto Mark Burgess, chief investment officer di Threadneedle Investments, che nel suo ultimo "Viewpoint" sembra avere le idee chiare su come muoversi per i mesi a venire. 

 

"Complessivamente" scrive "rimaniamo sovrappesati sulle azioni, perché riteniamo che in termini di dividend yield e di rendimento del cash flow disponibile, le prospettive di incremento restino interessanti. Chiaramente" continua l'esperto di Threadneedle Investments "è in atto una ripresa della crescita economica e gli utili societari restano solidi". Come solidi restano i bilanci delle società, tanto che si assiste, secondo Burgess, a un frenetica ripresa delle attività di fusione e acquisizione a livello mondiale.

 

Ma secondo il Cio della società di gestione la vera sorpresa di questo 2014 sono le performance delle obbligazioni: "Nel primo semestre dell'anno, le performance dei mercati finanziari sono state alquanto soddisfacenti per gli investitori" spiega Burgess. "Ad eccezione del Giappone, i mercati azionari hanno registrato ottimi rendimenti, grazie ancora una volta al sostegno degli utili societari. Nell'ambito delle azioni, tuttavia, si è innescata una rotazione assai violenta, caratterizzata da una netta sottoperformance dei titoli growth rispetto ai titoli value, nonché da disinvestimenti dai settori che hanno registrato un buon andamento negli ultimi 18 mesi circa".

 

Tuttavia a sorprendere sono stati, appunto, i mercati del reddito fisso che hanno registrato performance nettamente superiori alle attese "in un contesto di rendimenti in calo a fronte di segnali di crescita scarsamente significativi provenienti in particolare dagli Stati Uniti" conclude Burgess che segnala come la "performance più brillante sia stata messa a segno dal debito dei mercati emergenti e che, a differenza della scorsa estate, questo segmento non sia stato penalizzato dalle inquietudini relativi al ridimensionamento del quantitative easing negli Stati Uniti"

 

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