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Carmignac continua a credere negli USA

9/22/2014 | Massimo Morici

Il team di gestione della casa d'investimento indipendente d'Oltralpe posiziona i portafogli sul dollaro e mantiene un'elevata esposizione azionaria sulle società statunitensi


Carmignac Gestion continua a preferire il mercato azionario statunitense sia su scala mondiale sia rispetto all’Eurozona, caduta in un torpore che la spinge oggi a ricorrere a trattamenti d’urto della Bce. “Formulare un giudizio sugli Stati Uniti, in netto progresso economico, non presenta grandi difficoltà” scrive nella consueta view mensile Didier Saint - Geroges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion. “Non perché le statistiche economiche - prosegue - non siano ambigue: le stime ufficiali di crescita del Pil del primo trimestre, contrassegnato dal cattivo tempo, sono state corrette ben tre volte e sempre con conclusioni molto diverse. Ma la performance economica delle aziende è eloquente, e dopo che le grandi società hanno pubblicato fatturati in crescita mediamente del 4,4% per il secondo trimestre, con un incremento degli utili in media del 9,3%, gli analisti sono stati costretti ancora una volta a rivedere al rialzo le loro stime annuali".

Tutt’altra la dinamica che si osserva in Europa dove, nel secondo trimestre e per il quarto anno consecutivo, gli analisti hanno corretto al ribasso le loro stime sugli utili aziendali. Nel Vecchio Continente, secondo Saint - Georges, il settore finanziario "presenta oggi i migliori segnali di stabilizzazione, sia per i debiti sovrani periferici che per il settore bancario, sotto forma di azioni o di obbligazioni corporate", mentre sul fronte valute la divergenza tra l’economia statunitense e quella europea rafforza la view di un euro materialmente indebolito rispetto al dollaro. In particolare, in agosto il disallineamento tra i toni equilibrati della Fed e quelli più aggressivi della Bce, alle prese con crescenti pressioni deflazionistiche, ha permesso al dollaro statunitense di registrare un significativo rafforzamento nei confronti dell’euro. Un andamento dei cambi colto dal team di gestione di Carmignac che alla fine del mese vantava un’esposizione al biglietto verde pari al 70% per Carmignac Investissement e al 54% per Carmignac Patrimoine.

Sul fronte del reddito fisso le posizioni sul debito periferico (con i tassi a 10 anni italiani e spagnoli scesi sotto il 2,5% e un calo del rendimento di circa 30 punti base in agosto) hanno fortemente contribuito alla performance del fondo Carmignac Patrimoine, sostenuto anche dal buon andamento per gli investimenti in obbligazioni finanziarie corporate europee. La casa di investimento mantiene un approccio estremamente selettivo sulle posizioni in obbligazioni, rispetto a premi di rischio e livelli di liquidità per ogni segmento, che si traduce con duration modificate sui tassi di interesse tuttora moderate per l’insieme dei nostri fondi. A fine mese, le duration si attestavano rispettivamente a +2,6 per Carmignac Patrimoine, +2,5 per Camignac Portfolio Emerging Patrimoine, +2,8 per Carmignac Portfolio Global Bond, +1,3 per Carmignac Sécurité e +1,1 per Carmignac Portfolio Capital Plus.

Quanto alle azioni, Carmignac Gestion ha continuato a incrementare l’esposizione alle società leader mondiali con l’apertura di una posizione nel gruppo statunitense del settore sanitario Johnson & Johnson e preso al contempo alcuni profitti sui titoli finanziari. “La solidità dei bilanci, la forte generazione di cash-flow e la capacità di difendere i prezzi delle nostre società leader mondiali - sottolinea Saint - Geoges -  dovrebbero consentire loro di mettersi in luce in un contesto di crescita modesta e di pressioni deflazionistiche”. La casa continua a mantenere una esposizione azionaria elevata, che a fine mese si attestava rispettivamente a 50% per Carmignac Patrimoine e a 44% per Carmignac Portfolio Emerging Patrimoine. Passando alle materie prime, in agosto Carmignac Portfolio Commodities ha registrato il settimo mese consecutivo di performance positiva, grazie a società con caratteristiche intrinseche che consentono loro di conseguire rendimenti interessanti, indipendentemente dal contesto economico globale (tipo Cenovus Energy e Devon Energy, recentemente inserite in portafoglio).

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