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10/1/2014 | Alessandro Chiatto
I primi effetti delle dimissioni di Bill Gross (nella foto) cominciano a farsi sentire. Morningstar, infatti, ha abbassato il rating del PIMCO Total Return a Bronze, a causa dell'incertezza legata ai forti deflussi e ai cambiamenti nelle responsabilità manageriali. Il rating Bronze riflette il buon giudizio di Morningstar sulle risorse e competenze di cui beneficia il fondo, ma anche l’incertezza su come saranno gestiti i nuovi incarichi nell’epoca post-Bill Gross. Quando il co-fondatore del gruppo ha comunicato le sue dimissioni, PIMCO ha reagito rapidamente con la nomina di Dan Ivascyn nel ruolo di nuovo group cio e ha passato il testimone della gestione del Total Return Bond a tre gestori di esperienza, Mark Kiesel, Mihir Worah e Scott Mather, con quest’ultimo come guida del team.
Morningstar resta comunque positiva su PIMCO Total Return, anche se, spiega, ci vorrà del tempo per valutare il lavoro di Ivascyn e dei nuovi fund manager del comparto. Ci sono una serie di fattori che fanno pensare in positivo quando si “calmeranno le acque”. Si tratta infatti di un team solido, ben formato e riconosciuto come tale dall’industria, tant’è che sia Kiesel, sia Ivascyn hanno ricevuto il Morningstar Award come Miglior Gestore dell’Anno, rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Inoltre, lo stesso Bill Gross si avvaleva di loro nella selezione bottom-up dei titoli, in quanto specialisti nei loro settori.
Inoltre, prosegue Morningstar, i recenti cambiamenti nel Comitato degli investimenti si sono rivelati positivi. L’ingresso di Kiesel e Ivascyn all’inizio del 2014 (dopo le dimissioni di Mohamed El-Erian) ha dato importanti riscontri sulle scelte di investimento sui singoli titoli. Inoltre il ritorno di Paul McCulley, esperto di politiche monetarie, e di Chris Dialynas, gestore esperto hanno aumentato le competenze macro della società.
L’aspetto più critico è rappresentato dai forti deflussi che hanno interessato il fondo. E’ rassicurante, comunque, che il 42% del capitale sia investito in Treasury statunitensi e titoli garantiti, a cui si aggiunge la liquidità derivante dalle cedole e dai titoli in scadenza. Il comparto sembra, dunque, ben equipaggiato per far fronte alle turbolenze attuali.
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