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Gestore della settimana: "Obbligazionario, ecco le anomalie"

10/20/2014 | Alessandro Chiatto

Le valutazioni sul mercato obbligazionario core sembrano un po’ eccessive e ci sono alcune anomalie significative. E' l'incipit dell'analisi di Tim Haywood, investment director di GAM


Le valutazioni sul mercato obbligazionario core sembrano un po’ eccessive e ci sono alcune anomalie significative. E' l'incipit dell'analisi di Tim Haywood (nella foto), investment director di GAM

 

"Attualmente in Europa ci sono 10 Paesi i cui titoli di Stato a 2 anni generano interessi negativi. E’ alquanto straordinario che gli investitori scelgano di finanziare così tanti governi europei solo per il privilegio di concedere loro prestiti. Il Brasile e l’Italia ci offrono un altro esempio: hanno livelli di spread e credit default swaps a 5 anni abbastanza simili, sebbene il rapporto debito-Pil dell’Italia sia quasi il doppio.  Allo stesso modo, con prospettive di crescita analoghe, i titoli di stato brasiliani a 5 anni stanno rendendo il 12,5% (ovvero 12 volte in più dello stesso titolo italiano), sebbene il differenziale sull’inflazione prevista sia solo del 6%. Tali casi ci suggeriscono che ci sono anomalie di prezzo in alcuni segmenti dei mercati obbligazionari di cui intendiamo trarre vantaggio".

 

"Notiamo che i dati economici europei sono in media migliori rispetto a quanto si prevedeva. Al contrario, le notizie dagli Stati Uniti non sembrano soddisfare le ottimistiche previsioni. Vale la pena aggiungere che la duration dei portafogli dei gestori europei investiti localmente è attualmente ai massimi da cinque anni. Al contrario la grande maggioranza dei fondi dei gestori statunitensi che investono in Treasury stanno riducendo la duration. Di conseguenza, ci posizioniamo contrarian sui titoli a breve duration in Europa, dove crediamo che i rendimenti dei bond saliranno dagli attuali livelli negativi o vicini allo zero, mentre la ricerca di strumenti più liquidi ci porta ad investire in titoli del tesoro statunitensi a medio termine, in quanto prevediamo ci sarà una convergenza dei rendimenti dei bond statunitensi ed europei a livelli leggermente superiori a quelli attuali".

 

"I tassi d’interesse a medio termine di alcuni mercati emergenti sono saliti più di quanto ci si sarebbe aspettati sulla base delle notizie locali o dei trend del mercato obbligazionario internazionale. Brasile e Messico sono due esempi di come l’entità degli aumenti dei tassi sia sproporzionata rispetto alla rispettiva condizione dell’economia domestica.  I mercati prevedono un aumento del tasso base del Brasile al 12,5-13% nei prossimi 18 mesi e in una situazione di crescita zero, ma noi riteniamo che questa previsione sia troppo azzardata. In Messico, i mercati stanno attualmente prezzando un rialzo dei tassi fino al 6% nei prossimi due anni. Pensiamo sia eccessivo e poco probabile, per questo preferiamo rimanere lunghi sui tassi messicani".   

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