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Swiss & Global continua a puntare sull'equity

10/21/2014

Con politiche monetarie espansive il contesto continua a rimanere favorevole alle azioni, scrive Massimo De Palma, head of asset management. Pochi segmenti sono sottovalutati, ma continuano a sovraperformare il reddito fisso


Di seguito pubblichiamo un commento a cura di Massimo De Palma, head of asset management Swiss & Global Asset Management
 
La crescita economica moderata e i bassi tassi d’inflazione lasciano alle banche centrali un margine di manovra ridotto per il rientro dalle politiche monetarie espansive. La pressione sugli investimenti viene amplificata da tassi del mercato monetario in parte negativi. Le azioni dovrebbero essere le principali beneficiarie di questo contesto. Nell’area euro l’andamento deludente dell’economia è tornato ad alimentare i timori di deflazione. Di conseguenza, la Banca centrale europea si è vista costretta ad adottare ulteriori misure di politica monetaria. Oltre ad aver effettuato un taglio dei tassi dello 0,1%, essa intende incrementare ulteriormente la massa monetaria mediante l’acquisto di debito cartolarizzato (asset-backed securities e covered bond). 
 
L’attuazione di questo intervento dipende in misura significativa dalla domanda di credito delle banche, che recentemente è apparsa debole. Al lancio della prima TLTRO a metà settembre le banche hanno assunto prestiti per soli 82,6 miliardi di euro. Tra i motivi dell’esitazione degli istituti di credito europei potrebbero esservi gli imminenti stress test delle banche (asset quality review, AQR). Gli esiti di questo esame approfondito dei bilanci bancari saranno pubblicati presto. Successivamente, dovrebbe esservi maggiore chiarezza sullo stato di salute del sistema finanziario europeo e la capacità di pianificazione delle banche dovrebbe aumentare. 
 
Probabilmente l’attuazione delle misure di politica monetaria richiederà tempo, ma con questo annuncio la Bce ha già raggiunto uno dei suoi obiettivi: negli ultimi tre mesi l’euro si è nettamente deprezzato rispetto al dollaro statunitense, facendo aumentare la competitività delle imprese europee. Un ulteriore motivo per interrompere questa relazione tra le valute è l’imminente sospensione degli acquisti di attività da parte della Fed, la banca centrale statunitense, nonché il dibattito relativo alle tempistiche di eventuali aumenti dei tassi di riferimento. Nonostante il miglioramento sul mercato del lavoro– ad agosto il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1% – la Fed conferma la propria intenzione di mantenere bassi i tassi d’interesse. Di conseguenza, la crescita dei salari, ferma al 2% da quasi cinque anni, è sempre più al centro dell’attenzione.
 
In virtù dell’assenza di pressioni sui salari, anche per gli Stati Uniti d'America è possibile prevedere tassi del mercato monetario persistentemente bassi. Inoltre, la politica monetaria di Cina, Giappone ed Europa rimane estremamente espansiva. Nel medio periodo ciò dovrebbe stimolare la dinamica di crescita, il che lascia ancora presagire un contesto favorevole agli investimenti azionari. I fondamentali confermano questa analisi. I margini rimangono elevati e gli utili delle imprese sono recentemente aumentati. Per quanto concerne le valutazioni, solo singoli segmenti del mercato, ad esempio alcuni mercati emergenti, appaiono sottovalutati. Tuttavia, le azioni continuano a sovraperformare gli strumenti a reddito fisso. Soprattutto in Europa, alcuni rendimenti dei titoli di Stato hanno raggiunto nuovi minimi nettamente inferiori al dividend yield delle azioni.

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