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Schroders: 2015, prepararsi alla volatilità

11/20/2014

Il 2015 è alle porte e bisogna farsi trovare pronti. E' l'incipit del commento di Bob Jolly, head of global macro, fixed income di Schroders


Il 2015 è alle porte e bisogna farsi trovare pronti alla volatilità. E' l'incipit del commento di Bob Jolly, head of global macro, fixed income di Schroders.

 

Per la maggior parte del 2014, è stata evidente l’assenza di volatilità sui mercati obbligazionari. Tuttavia, a settembre e ottobre c’è stato un parziale ritorno alla realtà. Per alcuni investitori, il ritorno della volatilità è motivo di timori. Per noi, via via che il quadro di politica monetaria si avvia alla normalità, bisogna attendersi una naturale escalation della volatilità, rispetto ai recenti minimi.

 

L’economia degli Stati Uniti sta crescendo a un buon ritmo e dovrebbe continuare a rafforzarsi. A nostro avviso, attualmente i mercati dei tassi di interesse sottovalutano le probabilità di un rialzo entro la prima metà del 2015. Inoltre, ci aspettiamo che la volatilità – tenuta sotto controllo dai modesti tassi di base e dal quantitative easing – inizierà la fase di avvicinamento alle più elevate medie storiche nel corso del 2015.

 

Nel Regno Unito, il forte slancio della crescita sembra perdere parte della sua propulsione: probabilmente l’espansione economica sarà frenata dal raffreddamento del mercato immobiliare e dalla debolezza dell’Eurozona. Nonostante ciò, la crescita interna è, e resterà, sufficiente per continuare a colmare l’output gap, cioè la differenza tra produzione potenziale e produzione effettiva, e per migliorare il mercato del lavoro. 

 

Nel frattempo, i problemi dell’economia dell’area euro sono peggiorati. La fiducia è stata ulteriormente intaccata dal rallentamento della Germania, mentre l’inflazione continua a flirtare con lo 0%. La crisi tra Russia e Ucraina, così come i dati più deboli provenienti dalla Cina, hanno pesato sull’industria tedesca. Detto ciò, riteniamo che i mercati europei subiscano maggiormente l’influenza dell’attualità rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito. La maggior parte del pessimismo economico dovrebbe essere ormai stata incorporata nelle aspettative dei mercati.

 

Nel quadro dell’universo dei Mercati Emergenti, a nostro avviso è complesso trovare valore. Tuttavia, l’incremento della volatilità tende a toccare questi Paesi in maniera più differenziata e pronunciata rispetto ai Mercati Sviluppati. Ciò può far sorgere alcune isolate opportunità nel debito sovrano a lunga scadenza. L’attuale debolezza dei prezzi delle materie prime offre inoltre un quadro di supporto per le economie asiatiche, ma negativo per l’America Latina. Ci sono inoltre alcune opportunità nei Paesi in cui le Banche centrali hanno alzato i tassi di interesse per supportare le proprie divise. Tuttavia, con i bond denominati in moneta locale, gli investitori devono stare attenti al rischio valutario, che può erodere i ritorni molto velocemente.

 

Infine, è importante sottolineare – date le nostre attese di più alta volatilità – che guardando al futuro sarà sempre più difficile uscire da tutte le classi di attivo, tranne quelle più liquide, durante i periodi di tensione sui mercati, a causa dei mutati comportamenti delle banche e della regolamentazione. Bisogna quindi prestare attenzione e assicurarsi che il posizionamento del portafoglio e le dimensioni degli scambi siano appropriati per compensare qualsiasi periodo di più bassa liquidità.

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