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OCSE, la Norvegia è la più sostenibile. L'Italia, invece...

11/26/2014

Petercam pubblicato la propria classifica semestrale della sostenibilità dei 34 paesi dell’OCSE. La classifica è utilizzata dalla società per definire l’ambito di idoneità per i titoli di Stato emessi dai Paesi considerati più sostenibili e responsabili


Petercam pubblicato la propria classifica semestrale della sostenibilità dei 34 paesi dell’OCSE. Dal 2007, con una metodologia proprietaria, Petercam analizza la natura sostenibile dei Paesi, in funzione di diversi criteri relativi a cinque pilastri: trasparenza e valori democratici, ambiente, popolazione (sistema sanitario e distribuzione della ricchezza), istruzione ed economia. La classifica è utilizzata da Petercam per definire l’ambito di idoneità per i titoli di Stato emessi dai Paesi considerati più sostenibili e responsabili.

 

L’Italia ha perso 4 posizioni nella classifica, rispetto allo scorso anno, scendendo al 28° posto, prevalentemente a causa del peso maggiore degli indicatori economici. Le finanze pubbliche poco solide e la posizione patrimoniale netta sull’estero al di sotto della media pesano sul posizionamento del Paese, mentre la disoccupazione, in confronto a quella degli altri Paesi Ocse, è al di sopra della media. Per contro, l’Italia mostra una miglior performance in termini di ambiente. Il Paese, infatti, si colloca al 9° posto, grazie al buon punteggio riportato in materia di emissioni di gas serra (9° posto) e all’elevata quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili (10° posto in classifica). In tema di trasparenza, l’Italia occupa il 27° posto. Infatti, il suo punteggio relativo all’indice di corruzione, alla solidità delle istituzioni e alla libertà di stampa e all’immigrazione è al di sotto della media dei Paesi Ocse. Quanto alla popolazione, invece, l’Italia è al 24° posto: la gran parte degli indicatori è al di sotto della media. Il problema dell'uguaglianza è importante, così come la povertà e la criticità strutturale della disoccupazione (giovanile e di lungo periodo); senza tralasciare, poi, l'invecchiamento della popolazione. L'Italia, insieme a Germania e Giappone, è già tra le “società più vecchie”, in base alla classificazione delle Nazioni Unite, con oltre il 20% della popolazione che ha un’età superiore ai 65 anni. Secondo la stessa fonte, inoltre, la variazione della popolazione in età lavorativa si ridurrà da +2,2% (2000-2015) a -6,6% (2015-2030). Nello specifico, le competenze della popolazione attiva costituiscono un fattore chiave in Italia. E’ sempre attuale il tema della fuga di cervelli, poiché le persone qualificate non sono incentivate a rimanere nel Paese. Infine, quanto all’istruzione, l’Italia si colloca al 27° posto nella classifica, riportando un punteggio al di sotto della media in relazione a tutti i criteri, tranne che per le competenze cognitive.

 

La Norvegia, come gli altri Paesi Scandinavi, è caratterizzata dall’ottimo funzionamento e dalla trasparenza delle proprie istituzioni pubbliche. Alla vetta della classifica per quanto concerne popolazione, distribuzione di ricchezza e cure sanitarie, la Norvegia ha così riconquistato il primo posto. Infatti, il Paese dà prova di grande uguaglianza nella distribuzione della ricchezza.

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