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Azioni: i gestori italiani preferiscono l'Europa

3/12/2015

Per gli asset manager e strategist italiani meglio il Vecchio Continente che Wall Street, stando all'ultimo Morningstar Italy Investment Sentiment Index


I gestori continuano a credere nelle borse dei mercati sviluppati. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio mensile condotto tra le principali case di investimento che operano in Italia a cui hanno partecipato 23 investitori professionali. Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) su un orizzonte di sei mesi, mostra che gli intervistati sono convinti che le Borse europee faranno meglio di Wall Street e che l’euro continuerà ad indebolirsi nei confronti del biglietto verde.

A marzo, l’indice di sentiment sulle Borse europee è salito a 70,11 punti dai 68,6 di febbraio. Le principali ragioni sono il miglioramento della situazione economica, grazie al calo del prezzo del petrolio e all’euro debole, le minori preoccupazioni per la situazione greca e il consensus sugli utili delle aziende. In linea con quello europeo, è anche l’indice di sentiment su Piazza Affari: supera i 69 punti, in ulteriore aumento rispetto a febbraio. L’indice di fiducia su Wall Street è il più basso tra quelli dei mercati azionari, ma rimane ben sopra i 50 punti, soglia che divide uno scenario rialzista da uno ribassista. Il motivo? Il confronto tra il rendimento dei titoli decennali statunitensi e dei dividendi è ancora a vantaggio di questi ultimi. I gestori sono convinti che le azioni a stelle e strisce si apprezzeranno nei prossimi sei mesi. Il MIISI sull’indice Nikkei 225 rimane stabile sopra i 64 punti a marzo, mentre l’indice di sentiment sui mercati azionari emergenti passa da 58,7 a 62,39 punti.

Sul fronte obbligazionario, l’indice di sentiment sui prezzi del Bund decennale tedesco, preso a riferimento per l’area, è posizionato tra la neutralità e lo scenario moderatamente negativo, mentre quello sul Btp italiano di pari-scadenza è più spostato verso la neutralità. Scenario più negativo per il Treasury decennale statunitense, date le aspettative di un rialzo dei tassi nei prossimi mesi, mentre sono stabili le previsioni dei gestori sui prezzi delle obbligazioni emergenti, con l’indice MIISI che rimane intorno ai 52 punti. Passando infine alle valute, l’indice di sentiment sul cambio euro/dollaro torna verso uno scenario più negativo per la moneta unica, passando dai 39,6 punti di febbraio a 36,5: a deprimere l'euro è soprattutto il programma di espansione monetaria varato dalla Bce.

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