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Cina: perché resta una asset su cui puntare

7/10/2015 | Redazione Advisor

Il sistema finanziario cinese continua a essere sostenuto dal governo, che dispone di più di 3.000 miliardi di dollari di asset a supporto delle aree problematiche. Ecco l'analisi degli esperti di Fidelity Worldwide Investment


Stamattina l’indice Shanghai Composite ha chiuso con un rialzo del 4,5%, proseguendo il rimbalzo del 5,8% di ieri - il miglior risultato dal 2009 – che a sua volta seguiva il calo del 5,9% registrato mercoledì. Cosa sta accadendo in Cina? "Negli ultimi mesi il mercato delle azioni cinesi on shore (A-Shares) ha risentito di episodi di volatilità sia al rialzo che al ribasso. La fase ascendente iniziale è stata favorita dalla spinta del Governo, interessato a incentivare la partecipazione degli investitori locali al mercato azionario cinese ed è stata sostenuta sia dallo Stock Connect - che ha dato accesso agli investitori cinesi al mercato delle H-share di Hong Kong - sia dalle operazioni di margin financing, cioè l’indebitamento per l'acquisto di titoli a leva" si legge in una nota di Fidelity Worldwide Investment.

Tuttavia, dopo l'andamento molto favorevole dell'ultimo anno (+150%), a giugno è iniziata una correzione di alcuni dei titoli più speculativi e con bilanci poco brillanti che erano stati fra i principali beneficiari della fase rialzista di aprile e che avevano raggiunto in quel periodo valutazioni eccessive rispetto ai loro fondamentali. Seonco l'asset manager globale, la recente ondata di vendite (il calo dal picco del 12 giugno è stato di circa il 35%) è, invece, stata dovuta a fattori più tecnici ed è "legata all'implementazione di azioni volte a contenere il margin financing grazie al quale molti di questi titoli erano stati acquistati a leva". "Questo - spiega Fidelity - ha portato a oscillazioni rilevanti a seguito della chiusura di gran parte di queste posizioni a leva".

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Ecco perché, secondo l'asset manager, nonostante l’attuale situazione dovuta a fattori prettamente tecnici legati alle dinamiche dei mercati finanziari, "la Cina può confermarsi anche per i prossimi anni uno dei temi di investimento più importanti in un’ottica di medio - lungo termine". "Le misure espansive - sottoliena - in ambito fiscale e monetario dovrebbero ulteriormente stimolare la crescita del Paese, grazie anche a una impulso sempre maggiore da parte del Governo verso una rivitalizzazione dei consumi e della domanda interna".

Fidelity non vede alcun rischio sistemico per il sistema finanziario cinese in relazione al margin financing, anche perché il sistema finanziario cinese continua a essere supportato dal governo, che dispone di più di 3.000 miliardi di dollari di asset da destinare alle aree problematiche.  “I nostri gestori - conclude John Ford, cio Asia Pacifico di Fidelity Worldwide Investment - stanno sfruttando in modo selettivo le opportunità generate dall'attuale volatilità per aggiungere posizioni laddove si creino anomalie nei prezzi generate da eventi non collegati alle valutazioni dei fondamentali, che in molti casi hanno invece raggiunto livelli interessanti”.

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