Tempo di lettura: 1min
7/14/2015 | Redazione Advisor
Dopo un fine settimana molto intenso e ricco di difficili negoziazioni (compresa la notte tra domenica 12 e lunedì 13 luglio), i leader dell'Eurozona hanno finalmente raggiunto un accordo che prevede un nuovo piano di salvataggio per la Grecia.
Si è giunti ad un accordo apportando stravolgimenti alle condizioni e attraverso una stretta sorveglianza. Tuttavia, molti provvedimenti dovranno ancora essere votati dal parlamento greco. Cosa accadrà dopo? Lo spiega in sei punti Philippe Ithurbide, global head of research, strategy and analysis di Amundi.
La palla è nel campo del governo greco, che ha tempo fino a mercoledì per ottenere un’approvazione definitiva del Parlamento circa le nuove richieste dell'Eurogruppo. La Grexit non è più considerata possibile (a meno che il Parlamento greco respinga l'accordo).
E’ inoltre probabile che il parlamento greco voti a favore dell'accordo (forte sostegno sia da A. Tsipras che dall'opposizione). Si noti che è forse inevitabile una riorganizzazione del governo, al fine di formarne uno di maggiore unità nazionale.
Si rischia che la coalizione tedesca faccia passare l’accordo, dal momento che vi è un forte sostegno di Angela Merkel (voto previsto per venerdì 17 luglio).
C'è ancora qualche incertezza politica riguardante il processo di approvazione da parte dei diversi parlamenti europei (inclusi Paesi Bassi, Austria e Finlandia). Un voto parlamentare potrebbe essere necessario anche in Portogallo, Estonia e Slovenia.
La riunione di ieri pomeriggio dell'Eurogruppo ha preso in considerazione l’eventualità di erogare bridge loans (finanziamenti ponte).
La BCE ha deciso di mantenere invariato l’Emergency Liquidity Assistance (ELA).
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie