Le politiche di "tentativi ed errori" della Cina non stanno mettendo a rischio il riequilibrio del mercato domestico orientato ad una domanda guidata dai consumi interni. Questa la convinzione di Koen Maes, global head of asset allocation strategy and funds di Candriam Investors Group, secondo cui il rallentamento della crescita della Cina non dovrebbe minacciare le altre economie, ad eccezione per l’Asia. Per Maes, infatti, il recente crollo dei mercati dovrebbe essere interpretato come una correzione piuttosto che una crisi.

“Le recenti turbolenze dalla Cina - spiega Maes - hanno condotto ad un’ondata di vendite sui mercati finanziari e la maggior parte degli indici azionari di tutto il mondo hanno registrato una performance negativa nella serata di lunedì scorso. Il crollo dei mercati azionari cinesi rispetto ai massimi storici del mese di giugno, la decisione dell’inizio di agosto da parte della Banca popolare di Cina di passare ad un regime di cambio più flessibile e la diffusione di dati economici deludenti hanno rafforzato le preoccupazioni del contagio globale derivanti dalla possibile recessione cinese”.

Quanto all’asset allocation, Candriam è prudente sull’azionario emergente dove ritiene che un approccio selettivo sia cruciale. Nel breve termine secondo Maes si delineeranno opportunità di investimento nel segmento del debito emergente, ma non fino non saranno sciolte le incertezze sulle tempistiche del rialzo dei tassi da parte della Fed e di un miglioramento della situazione cinese. Candriam continua a preferire gli asset rischiosi, in particolare i titoli azionari della zona Euro.