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La Fed rinvia sui tassi, le conseguenze sulle azioni

9/21/2015 | Redazione Advisor

La confermata solidità dell'economia statunitense e la forza del dollaro rappresentano uno sviluppo positivo, spiega Paras Anand, responsabile azionario Europa, Fidelity Worldwide Investment


La Fed ha comunicato l'intenzione di lasciare i tassi invariati, come avevano previsto molti osservatori, e pur continuando a essere fiduciosa sullo stato dell'economia statunitense, ha preferito rimandare, almeno per il momento, un rialzo dei tassi considerando alcuni fattori decisivi, tra cui il basso livello di inflazione, il contesto esterno e gli sviluppi dei mercati finanziari. "Il recente inasprimento delle condizioni finanziarie negli Stati Uniti, innescato dal rafforzamento del dollaro e dall'ondata di vendite di agosto, se sostenuto, potrebbe provocare un rallentamento della crescita del paese. In un tale contesto, l'atteggiamento attendista mostrato dalla Fed non ha destato particolare sorpresa" spiega Anna Stupnytska, global economist, Fidelity Worldwide Investment. 

"A questo punto – prosegue - considero ancora probabile un rialzo a dicembre, a condizione che l’economia prosegua sul suo percorso, che l'inflazione e le previsioni inflazionistiche mostrino timidi segnali di inversione e che le condizioni finanziarie registrino un seppur minimo allentamento”. Quale potrebbe essere l’impatto sui mercati azionari? “I mercati azionari sono particolarmente turbati da un accresciuto nervosismo riguardo alla crescita economica. In questo contesto, molti operatori del mercato non vedono con favore un aumento dei tassi che verrebbe considerato un allontanamento di liquidità dai mercati. Io però sono più ottimista” aggiunge Paras Anand, responsabile azionario Europa, Fidelity Worldwide Investment.

“In primo luogo, il mercato – prosegue - raramente si lascia turbare da eventi che ha analizzato a lungo. In secondo luogo, un presidente della Fed così indiscutibilmente accomodante acconsentirà a un aumento dei tassi soltanto una volta che sia assolutamente certa che l'economia sia entrata in una fase di crescita più solida e che l'inflazione sia destinata a salire”. Secondo il gestore, per il settore corporate e gli investitori azionari di lungo termine questo sarebbe uno sviluppo positivo, senza contare che, considerato l'impatto disinflazionistico della tecnologia in numerosi settori dell'economia, un aumento dei tassi non costituisce necessariamente un segnale dell'inizio di un ciclo di rapida ascesa.

“Per gli investitori in titoli azionari europei, la confermata solidità tanto dell'economia statunitense – conclude Anand - quanto del valore relativo del dollaro USA potrebbe rappresentare uno sviluppo positivo data l'esposizione del settore corporate agli Stati Uniti e, in quello che è probabilmente un contesto di attività d'impresa piuttosto solido, un incremento del potere d'acquisto delle aziende americane”.

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