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Non ci sono alternative al mercato azionario

10/6/2015

La decisione sempre più attendista della FED non ha aiutato i mercati. Anzi. La decisione ha di fatto contribuito ad aumentare lo stato di confusione. Ecco perché...


La decisione sempre più attendista della FED non ha aiutato i mercati. Anzi. La decisione ha di fatto contribuito ad aumentare lo stato di confusione tra gli operatori che temo un rallentamento della crescita a livello globale. Viste anche le difficoltà emerse nel percorso di uscita da una politica monetaria di "tassi a zero". Parte da questa riflessione il commento mensile firmato da Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management SIM che avverte: dopo lo tsunami finanziario di agosto il "il percorso di normalizzazione passa ancora attraverso ampie oscillazioni e repentini cambi di fronte". 

 

Per questo nel mese di settembre, dopo gli "iniziali tentativi di recupero delle principali borse abbiamo incontrato da subito forti resistenze con un indebolimento progressivo delle quotazioni fino a ridosso, nuovamente, delle aree di minimo già testate nella fase estiva, che si dimostrano ancora una volta delle soglie importanti in ottica di sostegno delle quotazioni" spiega il manager. "Il risultato finale di settembre sugli azionari è ancora negativo (-3.86% MSCI World) con un saldo per il trimestre attorno al - 9%. Significative le discese soprattutto per il Giappone (-13.3% nel trimestre) e per l’area Euro che azzera i progressi della prima parte dell’anno. Male anche i mercati emergenti (-18.5%) mentre resiste di più l‘indice statunitense (S&P500 -6.9%). In termini settoriali molto negativi Material ed Energy (-20%) mentre resistono alle vendite Consumi Non Ciclici, Utilities e Technology".

 

Ma dalla situazione di incertezza dei mercati azionari non ne hanno beneficiato i mercati obbligazionari. In generale "i capitali fuggiti dall’azionario pare siano stati parcheggiati in liquidità più che reinvestiti su altre asset class teoricamente più safe” chiarisce Allegri che afferma: "lo snodo comune di osservazione degli operatori è rappresentato al momento dall’assenza di investimenti alternativi alle azioni, in grado di offrire ad oggi ritorni potenzialmente interessanti, soprattutto in un contesto in cui vi è la conferma che uno dei fondamentali elementi di supporto alla crescita resta la politica monetaria espansiva delle Banche Centrali. Il contesto dunque da affrontare per la fase conclusiva dell’anno rimane caratterizzato dalle potenzialità di recupero dei mercati azionari che dovrebbero muoversi in una dinamica decisamente più positiva sebbene caratterizzata, soprattutto per la parte iniziale del mese di ottobre, ancora da un elevata volatilità".

 

Risultato: "Sul fronte allocazione privilegiamo gli investimenti in area Euro confermando tuttavia l’esposizioni su tutte le principali macro- aree e reintroducendo, almeno parzialmente, i mercati Emergenti. Le scelte settoriali si concentrano in particolare su Healthcare e Consumer Cyclical. Parzialmente rivista la componente obbligazionaria con il mantenimento di un profilo di rischio contenuto" conclude l'a.d. di Ambrosetti A.M.

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