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Non credete alle Banche Centrali

10/6/2015

Solo la Cina può "salvare la faccia" a BCE, FED e agli altri istituti centrali che parlano ancora di una ripresa.


I dubbi sulla salute dell'economia internazionale aumentano. La crisi cinese e l'attendismo della Fed spaventano gli operatori che mettono in discussione il quadro dipinto dalle banche centrali. “Il lungo trend rialzista dei mercati azionari, iniziato dai minimi del 2009, è finito ed è lecito attendersi recuperi tecnici anche significativi, che non saranno però in grado di modificare le dinamiche in corso" ha affermato Maurizio Novelli, gestore Lemanik global strategy fund, nel suo commento macroeconomico mensile. 

 

In particolare, secondo Novelli, dopo oltre sette anni di crescita fragile e incerta, puntellata da politiche monetarie super espansive, le Banche Centrali iniziano ad essere in seria difficoltà nel continuare a far credere agli investitori che le cose vanno bene e andranno meglio. Nonostante un sorprendente Pil Americano al 3,9% nel secondo trimestre, sono iniziate le revisioni al ribasso del Pil mondiale, in seguito ai noti problemi della Cina e alla crisi dei Paesi emergenti.

 

A questo punto, il dubbio degli investitori è che i problemi delle economie emergenti possano creare danni anche alle economie più solide. Secondo quanto scritto dallo stesso Novelli "Europa e Giappone sono molto esposti alle dinamiche commerciali con Asia e Cina e la ripresa UE rischia di spegnersi velocemente mentre quella nipponica non è mai veramente ripartita. L'America rimane l'unica economia che cresce ad un ritmo accettabile del 2% circa all'anno ma ora, con tutto il resto del mondo che rallenta, ci si chiede se ci saranno rischi di tenuta anche per il ciclo Americano. La stessa Fed ha citato la fragile situazione internazionale per rinviare ancora una volta le sue decisioni sui tassi. E' abbastanza evidente che le condizioni per alzare i tassi d'interesse Usa non ci sono ma è anche evidente che la credibilità delle Banche Centrali ha decisamente vacillato nelle ultime settimane e vacillerà ancora".

 

E per quanto riguarda la Cina? È l'unica, secondo il manager, in grado di  "salvare la faccia" alle Banche Centrali, intervenendo con uno stimolo fiscale che possa indurre gli investitori a credere che l'economia internazionale possa evitare un rischio di recessione nei prossimi mesi. Questa è l'unica operazione che, al momento, può interrompere l'attuale fase ribassista e credo che le condizioni nelle quali ci troviamo ora rendano tale intervento inevitabile. Le alternative sarebbero solo ulteriori interventi di Qe in Usa, Europa e Giappone, ma credo che a quel punto il panico sui mercati sarebbe ingestibile.

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