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Gestore della settimana: "Messico, mai giudicare a prima vista"

10/19/2015 | Alessandro Chiatto

La situazione economica potrebbe essere migliore di quanto sembra essere quella politica. E' la tesi di Andrew Stanners, investment manager fixed income di Aberdeen su ciò che sta passando la Nación


La situazione economica del Messico potrebbe essere migliore di quanto sembra essere quella politica. E' la tesi di Andrew Stanners, investment manager fixed income di Aberdeen, che spiega ad AdvisorOnline.it  ciò che sta passando la Nación.

 

"Quando il presidente, Enrique Peña Nieto, guarda al proprio tasso di approvazione potrebbe chiedersi se il mese prossimo, il Giorno de Muertos, (giorno dei morti) sia profetico. La valuta ha fluttuato durante l'estate, mentre e la banca centrale sembra sempre più nervoso nelle sue comunicazioni. Aggiungere i guai del presidente (i cui consensi sono scesi del 20% dall'inizio del suo mandato) fa capire come le cose non siano rosee per il paese e per lui. Ma guardando un po' più profondamente e diventa chiaro che le cose non sono che la metà del tetro di come sembrano, per il paese".

 

"Il crollo del prezzo del petrolio ha colpito la posizione fiscale del paese. Il petrolio ha avuto la tendenza a rappresentare circa un terzo delle entrate fiscali, ma, con il crollo del prezzo, dovrebbero essere più basse del 20% nel 2016. Il deficit di bilancio è impostato per colpire il 4% del PIL quest'anno".

 

"Nel frattempo, i fantasmi del 1994 si aggirano per i corridoi della banca centrale. La volatilità del mercato dei cambi è stato il precursore della "Tequila Crisis" (la crisi del peso) e qualsiasi oscillazione nel mercato ora preoccupa i messicani. Il minimo tremito nel mercato nel corso dell'ultimo anno ha portato gli individui e le piccole imprese a spostare i soldi in mare aperto nel corso dell'anno passato. La banca centrale ha chiarito che agiranno per fermare il deprezzamento del peso e ha stabilito parametri di riferimento per quando interverranno per attenuare la volatilità. Questo li potrebbe portare ad aumentare i tassi di interesse".  

 

"La grande domanda è perché la crescita sia bloccata su un relativamente anemico 2%. Le riforme hanno lo scopo di aumentare la produttività e la competitività, la politica della banca centrale è ampiamente accomodante, la politica fiscale è ragionevolmente favorevole alla crescita e gli Stati Uniti (il più grande partner commerciale del Messico) è in crescita. La risposta ha molto a che fare con la produzione. Il Messico ha diversificato la sua economia negli ultimi anni, ma la produzione rappresenta ancora circa il 18% del PIL ed è in calo da ottobre dello scorso anno. Qualsiasi miglioramento dipende in gran parte dall'economia americana. Se la crescita dei beni durevoli degli Stati Uniti migliora, lo farà anche il PIL messicano farà".

 

La sorte del presidente Peña Nieto sono un'altra cosa. Cattive notizie si stanno accumulando, sia che si tratti dell'impossibilità di ottenere giustizia per 43 rapiti e studenti presunti morti, accuse di corruzione o la fuga dal carcere di uno dei più grandi boss che gestisce il cartello della droga del paese. Ma le fortune del paese non dipendono dal suo presidente. Día de Muertos non è neanche lontanamente un giorno torvo o macabro come sembra. E' una celebrazione e il ricordo dei propri cari che sono morti, che ha deposto le uova in un festival di consumismo e di partiti ben al di là del Messico (non da ultimo negli Stati Uniti). Signor Peña Nieto non si unirà ai festeggiamenti, ma la prognosi per il paese è più che buona.

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