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12/2/2015 | Marcella Persola
L’Asia dopo lo shock, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? E’ stato il titolo della presentazione realizzata da Catherine Yeung (nella foto), investment director, Asia ex Japan equity di Fidelity International nel corso del Fidelity Media Forum 2015 organizzato a Londra lo scorso 18-19 novembre.
Nel corso dell’evento l’esperta ha illustrato come la storia della Cina non sia giunta al capolinea, anzi ci sono alcune buone notizie relative all’economia del paese che devono far ben sperare. Primo fra tutto l’idea che la crescita non ha abbandonato l’area, ma che sia solo rallentata, ma questo rallentamento ha riguardato più la qualità che la quantità della crescita. La Cina resta attrattiva comunque per una serie di motivi. Primo fra tutti l’opera di rinnovamento messa in atto dal presidente, soprattutto a livello di controllo della corruzione. E poi anche il livello manifatturiero. I consumi, inoltre, continuano ad essere sostenuti e lo saranno nei prossimi decenni. Certo l’innovazione giocherà un ruolo importante nel processo di consolidamento dell’area.
Ma per Yeung non è solo la Cina l’unica area da esplorare nella zona. Anche l’India può offrire delle prospettive interessanti, grazie alla forte crescita strutturale che ha avuto e che continuerà ad avere. E i dati lo confermano. Lo scorso anno la manifattura ha contribuito per il 16% al PIL e nel 2014 le esportazioni mondiali realizzate sono state pari all’1,6%.
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