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Cosa conta nell'azionario Europa

2/12/2016 | Marcus Schulmerich - Global Portfolio Strategist Active Quantitative Equities, SSGA

Il mercato europeo in generale è molto variegato, con gli utili ancora distanti dal precedente picco ciclico e penalizzati da revisioni al ribasso


di Marcus Schulmerich - Global Portfolio Strategist Active Quantitative Equities, SSGA

Poiché le azioni delle società ad elevata capitalizzazione europee hanno un'esposizione di mercato sostanziale del 16% agli Stati Uniti e del 15% ai mercati emergenti, le dinamiche economiche in tali regioni non dovrebbero essere ignorate. Il recente disallineamento del dinamismo economico nelle tre regioni (rallentamento nei mercati emergenti, stabilizzazione negli Stati Uniti e miglioramento in Europa) continuerà ad alimentare la volatilità nei prossimi trimestri.

Negli ultimi mesi, di fatto, il disallineamento della congiuntura economica tra le tre regioni è alquanto aumentato. La situazione dell'Eurozona sembra più favorevole con indici manifatturieri positivi e utili tendenti al rialzo. Passata la crisi finanziaria mondiale, e dopo un quinquennio durante il quale le azioni europee sono state trascurate dalla maggior parte degli investitori, i primi segnali di rinnovato interesse si sono manifestati dopo il famoso "whatever it takes" pronunciato da Mario Draghi alla metà del 2012.

Da allora, e fino alla metà del 2014, le azioni europee hanno registrato un'impennata. Dall'inizio del 2015, lo scenario è sembrato incoraggiante, con un ritorno di capitali verso tali titoli. È probabilmente troppo presto per valutare gli effetti a lungo termine del QE europeo sull'economia reale del Vecchio Continente. Nel lungo periodo, la sfida per l'Eurozona è aumentare il proprio potenziale di crescita, riducendo in modo significativo l'elevata disoccupazione a livello strutturale e portare le finanze pubbliche su una via più sostenibile.

La soluzione di crescita ideale
Una parte della risposta dipende dalla capacità dei governi europei di attuare le riforme previste (mercato del lavoro, liberalizzazione e competitività del settore privato, istruzione, ecc.) in un contesto difficile. Senza dimenticare ciò, nel breve termine l'economia dell'eurozona è sostenuta da condizioni di mercato solide. La maggior parte dei Paesi europei dovrebbe crescere a un ritmo più veloce nei prossimi due anni.

Anche gli indicatori prospettici che coincidono con una più solida crescita economica hanno registrato un rimbalzo, in particolare in Germania, uno dei Paesi europei chiave. Le prospettive per l'Europa sono in generale molto positive. Ma come approfittarne al meglio? In quali settori investire e quali evitare? E quali sono le differenze tra le società ad elevata e bassa capitalizzazione in Europa? Analizziamo tali aspetti più da vicino.

Scegliere il settore giusto
Come gli investitori dovrebbero posizionare i loro portafoglio per trarre vantaggio da questo disallineamento? Per rispondere a questa domanda iniziamo classificando i settori europei in 4 gruppi principali in base alla natura ciclica o difensiva e alla dimensione mondiale o nazionale (secondo la ripartizione della loro esposizione di mercato). Ricerchiamo il gruppo di settori che sembra meglio posizionato per beneficiare del percorso di crescita dell'Europa.

Per questo verifichiamo in che modo si posizionano i diversi gruppi di settori rispetto al ciclo economico rispettivo, sia a breve termine (revisione degli utili nel corso degli ultimi tre mesi) che a più lungo termine (distanza dell'utile per azione rispetto al picco del 2007). Se più analisti compiono una revisione al rialzo invece che al ribasso delle loro stime sugli utili, ciò indica un potenziale di rendimento del settore. Il grafico sottostante mostra quanto sopra descritto sull'asse delle ascisse, il che corrisponde alle nostre previsioni a breve termine.



La seconda dimensione, che rappresenta le nostre stime a lungo termine ed è riportata sull'asse delle ordinate, prende in considerazione ciascun settore dal punto di vista dell'utile per azione (EPS) e di come l'attuale valore dell'EPS si posiziona rispetto al picco del 2007, prima della crisi finanziaria mondiale. Se un settore mostra attualmente un valore di EPS più basso rispetto al 2007, ciò dovrebbe indicare che esiste ancora potenziale in termini di crescita degli utili (e di conseguenza di rendimento).

Il mercato europeo in generale è molto variegato, con gli utili ancora distanti dal precedente picco ciclico e penalizzati da revisioni al ribasso. Ma sicuramente la maggior parte dei settori che si trovano nel quadrante inferiore destro è evidenziata in verde: si tratta di settori sia nazionali che ciclici, e la nostra raccomandazione riguarda i settori con queste caratteristiche 

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