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Ecco perché una recessione negli USA è più vicina

2/23/2016

Yves Longchamp di Ethenea ricorda che solo nel 25% dei casi una contrazione della produzione industriale non si è tradotta in una contrazione del Pil


Un’imminente recessione negli USA è vicina? Alla lista dei pessimisti, si è aggiunto di recente anche Yves Longchamp, head of research di Ethenea Independent Investors, che fa notare un ulteriore deterioramento degli indicatori anticipatori sian nei servizi si a nel manifatturiero, con “il rischio di una flessione del Pil diventato concreto”.  

“L’andamento evidenziato di recente dall’indice manifatturiero è a nostro avviso particolarmente preoccupante, per diverse ragioni. In primo luogo, l’indice è sceso a un livello che segnala una contrazione dell’attività manifatturiera. Stando agli ultimi dati disponibili la produzione industriale, che comprende in larga parte l’attività manifatturiera ma anche quella mineraria ed estrattiva, nonché i servizi di pubblica utilità, è diminuita per la prima volta dalla crisi finanziaria globale.

In secondo luogo, per l’esperto, data l’indicazione di una contrazione dell’attività manifatturiera, “nei prossimi mesi il calo della produzione industriale subirà probabilmente un’accelerazione”. Longchamp ricorda che tutte le recessioni del periodo post-bellico sono state accompagnate da una contrazione della produzione industriale e solo nel 25% dei casi, una recessione industriale non si traduce in una contrazione del Pil.

"Alla luce di questo scenario, è improbabile che quest’anno la Fed proceda a un inasprimento aggressivo, come suggeriscono le più recenti dichiarazioni del FOMC. Un dollaro forte sarebbe controproducente per i comparti manifatturieri statunitensi, già interessati da una decelerazione, nonché per le economie le cui valute sono collegate al dollaro, come la Cina e la maggior parte dei paesi esportatori di petrolio.Finché l’occupazione si conferma solida e la crescita rimane sul giusto binario, la Fed potrebbe ritoccare nuovamente i tassi. A nostro avviso, due rialzi rappresentano il massimo che la banca centrale USA può realizzare quest’anno” conclude Longchamp.

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