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Perché siamo neutrali sugli USA ed emergenti

3/23/2016

Il team multi asset di Neuberger Berman privilegia l'azionario dei mercati sviluppati ex Usa e i bond high yield


L’azione è ritenuta preferibile all’inazione. È una regola che sembra non valere sempre negli investimenti. Gli economisti comportamentali mettono in guardia da questa propensione diffusa tra gli investitori: il bisogno di fare assolutamente qualcosa si traduce spesso in un’erosione dei guadagni. "In contesti difficili come quello che viviamo oggi queste tentazioni possono diventare irresistibili. Tuttavia, uno sguardo obiettivo all’economia mondiale ed ai mercati porta a bassi livelli di convinzione. Le grandi scommesse direzionali tra le asset class su un orizzonte temporale di 6-18 mesi sono praticamente fuori dai giochi per ora" spiega Erik Knutzen, cio multi-asset di Neuberger Berman.

La crescita globale è mediocre, le banche centrali sembrano aver perso la loro capacità di influenzare i mercati, i rischi politici si profilano minacciosi e gli alti livelli di volatilità sembrano in contrasto con i fondamentali economici in gran parte buoni. Non solo. Knutzen ricorda che i risultati positivi delle decisioni di politica monetaria sembrano avere dei limiti interni: "Se il dollaro si alzasse troppo, probabilmente eroderebbe i profitti delle società americane e soffocherebbe più in generale l’economia. Se i profitti societari e i salari decollassero, probabilmente Janet Yellen alzerebbe i tassi e minerebbe la fiducia nella liquidità del mercato".

Siamo in un vicolo cieco? "In questo contesto, con un orizzonte temporale di 12 mesi, il nostro comitato di asset allocation ha una posizione, non a sorpresa, neutrale sull’azionario Usa, neutrale sull’azionario emergente, neutrale sull’obbligazionario emergente, neutrale sui titoli di Stato Usa indicizzati all’inflazione e neutrale sulle commodity. Il nostro favore al momento va, con dei leggeri sovrappesi, all’azionario dei mercati sviluppati non Usa ed alle obbligazioni ad alto rendimento mentre sottopesiamo i titoli di Stato e le obbligazioni investment-grade" spiega Knutzen.

Il gestore, però, fa notare che sotto la neutralità nei confronti delle asset class, c’è molto movimento: l’indice S&P 500 ha chiuso il 2015 praticamente come l’aveva cominciato e ora non è lontano dallo stesso livello. In modo analogo, i prezzi delle commodity ed i mercati obbligazionari sono dov’erano all’inizio del 2016. "Anche se non sembra, nei mesi recenti abbiamo assistito alle più violente rotazioni di mercato degli ultimi 5 anni. In altre parole, se assumere posizioni direzionali a medio termine ad alta convinzione sulle asset class è diventata un’impresa sempre più difficile per i gestori, sono però presenti molte opportunità su singole categorie di investimento, che possono produrre valore grazie a trading di breve termine o posizioni relative value, che tendono anche ad essere più tattiche" conclude il gestore.

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