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S&P crea un indice di sensitività alla Brexit

6/9/2016 | Davide Mosca

Sotto la lente gli effetti sui venti paesi che hanno più da perdere da un'uscita della Gran Bretagna dall'Unione


A poco più di dieci giorni dal referendum con cui la Gran Bretagna potrebbe decidere di uscire dall'Unione Europea, l'impegno per valutare le possibili conseguenze di questa eventualità è giunto ai massimi livelli. Il contributo di Standard&Poor's a quella che negli ultimi mesi è diventata una vera e propria disciplina è lo S&P's Brexit Sensitivity Index, con cui viene indicizzato l'impatto complessivo delle conseguenze di un sì di Londra a lasciare l'Unione il 23 giugno.

 

 

I parametri tenuti in considerazione da S&P per la creazione dell'indice sono le esportazioni di beni e servizi verso il Regno Unito rapportate al PIL domestico, i flussi migratori bidirezionali, le controversie con controparti UK nel settore finanziario e gli investimenti diretti stranieri in UK (FDI). Il risultato è che Irlanda, Lussemburgo, Malta e Cipro sono i più esposti dal punto di vista commerciale e migratorio e che solo due paesi Canada, unico stato extra-europeo, e Svizzera, non sono membri dell’UE. Italia 19esima.

 

 

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