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Tsunami Brexit, quanto sarà forte l'impatto?

6/24/2016

Dipende molto dagli estremi degli accordi futuri tra Regno Unito e UE. La macchina politica è partita, ma molti temono l'effetto domino. Secondo i gestori...


Lo Tsunami Brexit è partito e il primo impatto, inevitabile, è sui mercati. Ma il timore maggiore è che l'intensità di questo "maremoto" sia tale da colpire con forza  l'intera stabilità dell'Unione Europea. E così se da un lato sono partite le grandi dichiarazioni dei politici anti-europeisti stile Nigel Farage, leader dell'Ukip e forte sostenitore della Brexit, dall'altra iniziano ad arrivare le reazioni ufficiali dell'Unione. Su tutte spiccano le parole del presidente del Consiglio UE, Donald Tusk che subito ha affermato che l'Unione è "determinata a mantenere la sua unità a 27", considerando già ufficialmente fuori il Regno Unito che, in verità, dovrebbe (se vuole negoziare tutti gli accordi in essere) avvalersi dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona che stabilisce le condizioni di uscita. E a quel punto avviare un periodo di negoziazione che potrebbe durare anche 2 anni. Una negoziazione che non sarà seguita da David Cameron che subito in mattinata ha annunciato le sue dimissioni.

 

Certo per l'Unione Europea si apre una sfida storica che implicherà una riconquista della fiducia dei cittadini dei vari paesi. "Credo che la questione sia piuttosto come l’UE gestirà questo risultato" conferma David Zahn, CFA, FRM Head of European Fixed Income Senior Vice President, Portfolio Manager Franklin Templeton Fixed Income Group. "Se il Regno Unito, la quinta maggiore economia al mondo, non vuole restare nell’UE, possiamo aspettarci che altri Stati membri inizino a porsi domande simili sulla loro appartenenza futura? Probabilmente i cittadini si domanderanno se l’UE sarà in grado di continuare ad esistere nella sua attuale struttura" continua Zahn che mette subito in evidenza il peso che può avere "un precedente in base al quale le nazioni possono lasciare l’UE". Inevitabile puntare gli occhi sugli altri Membri in cui c’è stata un’ondata di malcontento sull’appartenenza all’UE. 

 

Un precedente il cui impatto dipenderà dai termini dell'accordo che il governo inglese siglerà con l'Unione Europea, e non solo. "Questo negoziato è un’impresa titanica senza precedenti" spiegano gli esperti di Allianz Global Investors. "Il 'successo' della campagna pro-Brexit si deve a un messaggio di rottura (“libertà da”) e non costruttivo, che affronta la spinosa questione di un’alternativa all’appartenenza all’UE (“libertà di”)".

 

Ci vorranno quindi diversi mesi, e forse un’altra elezione generale, per capire quale sarà il futuro del Regno Unito. "Nel frattempo potrebbero intensificarsi le speculazioni sulle possibili ripercussioni sugli altri Paesi europei – e sullo stesso progetto comunitario" continua da Allianz Gl. "Le prossime elezioni generali in altri Paesi europei – nell’immediato in Spagna – saranno seguite con grande interesse, così come le riforme costituzionali al vaglio in Italia nel prossimo autunno. Il voto pro-Brexit può inoltre prefigurare quello presidenziale negli Stati Uniti, dove Donald Trump ha saputo utilizzare efficacemente slogan populisti per intercettare il malessere diffuso in alcune parti dell’elettorato. Occorre infine notare che diversi Stati ai confini con l’Europa, come Turchia e Russia, potrebbero vedere un’opportunità nella debolezza e nella mancanza di coesione europea".

 

Cosa aspettarsi quindi nei prossimi 3/12 mesi? "Persisterà una notevole incertezza sul possibile accordo di uscita: un accordo del tipo European Economic Area (EEA) (simile a quello oggi esistente con la Norvegia) potrebbe essere escluso dalla necessità politica del governo britannico di ridurre l'immigrazione" risponde Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di Deutsche AM. "Rinegoziare oltre 120 accordi commerciali richiederà tempo e creerà un sovraccarico burocratico". Per questo, secondo Kreuzkamp, è "probabile che la BoE mantenga una politica monetaria allentata; la BCE potrebbe mantenere una politica monetaria "looser for longer", quindi espansiva per un lungo periodo, se la Brexit produrrà un impatto sull'economia tedesca. Crediamo ci sia un rischio che un aumento dell'inflazione a causa di una sterlina debole possa aggiungere pressione per un aumento dei tassi UK. Ci aspettiamo che altri Paesi europei possano avviare valutazioni su un'uscita dall'Europa. Idealmente, i leader europei potrebbero anche vedere il referendum come un campanello d'allarme per intensificare gli sforzi di riforma".

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