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Banche, tempo scaduto per le aggregazioni

9/3/2016

"A mio avviso negli anni scorsi c'è stata una grande sottovalutazione sul tema delle banche". Così Matteo Renzi nel suo intervento al Forum Ambrosetti in corso in queste ore a Cernobbio. Si apre il sipario sul tema M&A bancario.


"A mio avviso negli anni scorsi c'è stata una grande sottovalutazione sul tema delle banche, non solo da parte della politica, ma anche da una parte del gruppo dirigente, in cui inserisco il mondo delle università, del giornalismo, degli imprenditori e degli stessi banchieri. Anche se la politica ha la responsabilità maggiore perché ha pensato di poter continuare ad avere un impatto fortissimo nella gestione delle banche. E ogni riferimento ad alcune banche, da Mps alle banche popolari, è puramente voluto". Con queste parole il Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha portato l'attenzione sul tema banche in occasione del suo intervento al Forum The European House - Ambrosetti in corso a Villa d'Este a Cernobbio.

 

Appuntamento ormai tradizionale di inizio settembre e noto a livello internazionale, il Forum Ambrosetti ha insolitamente anticipato alla prima giornata il tema Italia, con gli interventi di Renzi e del Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, a causa del G20 che si svolgerà in Cina nei prossimi giorni. E, tra le tante questioni fatte emergere dai due politici spicca il tema banche che, a detta di Renzi, "devono aggregarsi". Oggi in Italia "ci sono più poltrone e filiali che nel resto del mondo. E non va bene perché non aiuta" ha affermato il premier che, insieme a Padoan, ha comunque parlato di un sistema bancario italiano più solido di quanto venga raccontato. 

 

Al di là dell'ottimismo politico (più o meno condivisibile), una cosa è certa: è questo il momento giusto per ragionare e portare a conclusione eventuali aggregazioni bancarie. Alcune di queste devono essere portate a termine con estrema urgenza. Ovviamente, in primis, ci riferiamo al futuro delle quattro good bank nate dalla risoluzione di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti intorno alle quali girano tanti nomi ma ancora non si vede nulla di concreto.

 

Le ultime indiscrezioni, in particolare, parlavano di un interesse di Bper per Banca Marche e Banca Etruria, mentre il dossier di CariChieti era, in teoria, in fase di valutazione alla Popolare di Bari. Carife, invece, è stata recentemente accostata a Ubi Banca. E per le quattro banche risanate si sarebbero fatte avanti anche CariParma e Bnl-Paribas. Ma ancora si resta sul piano delle voci e dei rumors al punto che proprio nella giornata di venerdì 2 settembre, a margine della presentazione della partnership da Ubi Banca e la NBA americana, l'a.d. dell'istituto Victor Massiah ha precisato che la banca è stata invitata (e non si è invitata) a valutare i dossier. 

 

Per non parlare del tema MPS, citatata dallo stesso Renzi, che potrebbe diventare interessante per una aggregazione una volta che si sarà liberata del fardello dei crediti deteriorati. Ma anche in questo caso si viaggia ancora sul filo dei rumors. 

 

Ma, a dirla tutta, il tema aggregazioni non è solo una questione italiana. La settimana che ci lasciamo alle spalle, infatti, è stata caratterizzata anche dalle indiscrezioni tedesche sulle possibili nozze (già smentite - per ora) tra Deutsche Bank e Commerzbank. Se a questi movimenti aggiungiamo le voci su una fusione tra Fineco e Banca Generali, è evidente che l'attenzione sul futuro del sistema bancario è alta, ma per ora gli unici effetti si registrano sull'andamento dei singoli titoli, mantenendo elevato il livello di incertezza legato alla stabilità del sistema europeo e italiano.

 

Un'incertezza indicata da Valerio De Molli, a.d. di The European House Ambrosetti, in apertura del Forum che, dietro al titolo "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive" si prefigge di provare a fare maggiore chiarezza anche sul futuro del sistema bancario. Ma la chiarezza arriverà quando i rumors sulle operazioni straordinarie daranno spazio alle aggregazioni reali. Possibilmente frutto della razionalità economica e non degli interessi politici.

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