Prosegue a ottobre l’arretramento della propensione a investire in Italia. Nel corso del mese fra le famiglie bancarizzate passa dal 33% al 31%, mentre il 37% indica di non avere soldi a disposizione per investire, dato in crescita del 4%, stando all’ultimo Osservatorio ANIMA - GfK sul risparmio delle famiglie italiane. Passando alle singole tipologie di investimento, l’appeal del "mattone" rimane sostanzialmente stabile per i bancarizzati (dall'11% si sale al 12%) anche se resta la preferenza per i prodotti finanziari rispetto a immobili e liquidità, anche se in calo dal 22% al 19%.

Arretra la soddisfazione per i propri investimenti: passa dal 53% al 48% la quota di chi si dichiara "molto” o "abbastanza" soddisfatto, contro il 17% di chi è "poco" o "per niente" soddisfatto. Nell’approccio agli investimenti, inoltre, prevale l’atteggiamento difensivo. A fronte di rendimenti contenuti e a volte negativi su molti investimenti a reddito fisso, gli investitori si dichiarano, nelle intenzioni, molto più inclini a "mantenere il rischio invariato e accontentarmi di rendimenti più bassi" (75%) piuttosto che "aumentare il rischio per ottenere gli stessi rendimenti che ottenevo prima" (9%).

L’Osservatorio ANIMA – GfK ha poi indagato la sensibilità degli italiani al tema della propria pensione: ne emerge un quadro di scarsa consapevolezza. Solo il 23% dei lavoratori ha un’idea di quando andrà in pensione e inoltre il 58% pensa che non stia risparmiando a sufficienza per mantenere invariato il proprio tenore di vita dopo il pensionamento. Fra le altre strategie per garantirsi il tenore di vita, il 19% dei lavoratori conta di utilizzare i risparmi accumulati, il 24% continuerà a lavorare e solo il 7% pensa di puntare su strumenti di previdenza complementare.