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L'economia globale è a un punto di svolta. Ecco perché

1/31/2017

Il ventaglio degli esiti possibili di inversione di tendenza è molto ampio secondo il premio Nobel Michael Spence, che ha partecipato alla GAM Insight Conference di Milano


Il 2016 non è stato avaro di sorprese e il 2017 sembra prometterne altrettante. Nei prossimi mesi potremmo assistere a un possibile punto di flesso dell’economia globale condotta da debito, disuguaglianze, disoccupazione, rivoluzione digitale, pressione verso il basso della classe media in tutti i Paesi sviluppati. Lo scenario dalle tinte fosche è quello tracciato da Michael Spence (nella foto), premio Nobel per l’economia nel 2001 che ha partecipato alla GAM Insight Conference: Rethink Current Thinking a Milano davanti a una platea di consulenti finanziari e private bankers.

Il ventaglio degli esiti possibili di inversione di tendenza, secondo Spencer, è molto ampio: “L’economia americana può accelerare, i tassi di interesse nominale salire forzando la mano alla Federa Reserve” spiega. Il premio Nobel si è soffermato, in particolare, sui dati dell’occupazione USA, che è cresciuta solo nei settori di servizi “nontradable” (come GDO, turismo ecc.), ma non nei settori “tradable” (come il manifatturiero, tech ecc.) e nei lavori di routine: ciò, secondo l’economista, spiegherebbe il malessere della classe media americana che avrebbe portato alla vittoria di Trump e alle sue annunciate politiche protezionistiche.

Spence vede a rischio la coesione dell’Unione Europea, se dovesse tardare un cambio di passo nelle dinamiche di crescita e di governance dell’Unione. “Nonostante le politiche allentative, il tasso di crescita dell’Eurozona e del Giappone, a differenza di USA e Regno Unito, non è stato entusiasmante e le due aree stanno facendo fatica a ritornare a i livelli pre crisi. In particolare le differenze sono notevoli tra i paesi dell’Eurozona, con paesi come l'Italia che ha continuato ad arretrare e non riesce ancora a recuperare". Quanto alla Cina, per Spence il Dragone prosegue con successo la sua lenta trasformazione della struttura della sua economia, ma è alle prese con il problema del debito e della riforma della società a mano pubblica e del sistema finanziario.

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