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Cina: il 2017 è l’anno del gallo. Ecco come investire in Borsa

2/1/2017

Il settore dei beni di consumo è un rifugio sul versante della crescita interna. Le view dei gestori di Fidelity, Comgest e Lemanik


I cinesi festeggiano in questi giorni il nuovo anno in tutto il mondo e i riti tradizionali dovrebbero assicurare felicità e prosperità. Sul fronte economico, nel corso degli ultimi anni, gli dei sono stati generosi: la Cina è stata il laboratorio manifatturiero del mondo, ma ha vissuto recentemente un rapido cambiamento che sta portando la sua economia da un sistema basato su manifatturiero, infratrutture ed esportazioni a uno sui consumi interni e servizi. I mercati globali, inoltre, sono dominati da notizie di natura primariamente politica, come la Brexit, le elezioni europee e l’amministrazione USA.

Secondo gli analisti Fidelity per le società cinesi il risultato delle elezioni statunitensi non rappresenta uno dei principali argomenti di discussione, in parte a causa della mancanza di reale chiarezza sull’azione di governo, ma anche perché le società continuano a puntare sulle significative opportunità di crescita interna che si profilano all’orizzonte. “Nell’anno del Gallo, le autorità del Paese dovrebbero mantenere un atteggiamento favorevole alla crescita. La politica monetaria tornerà a essere più neutrale con il rialzo dell’inflazione, mentre la politica fiscale resterà molto accomodante. Il forte aumento delle quotazioni immobiliari ha messo Pechino all’erta e le misure restrittive continueranno nella prima metà del 2017” spiega Jing Ning, Gestore di FF China Focus Fund. 

Sul fronte finanziario, l’apertura del mercato delle azioni cinesi di classe A consentirà nei prossimi anni l’emergere di ulteriori opportunità di stock picking nella seconda maggiore economia a livello globale: grazie ai due schemi di connessione tra Hong Kong e le Borse di Shenzen/Shanghai, che rappresentano il 22% del turnover delle Borse a livelo globale (16 trilioni di dollari) gli investitori internazionali (che hanno in mano solo l’1% della capitalizzazione del mercato cinese) hanno ora la possibilità di accedere direttamente a più del 50% della capitalizzazione del mercato cinese, con 1.447 titoli eligibili.


[Il grafico originale è disponibile al seguente link]

Ma in quale settori puntare per sfruttare al meglio la trasformazione in atto nell'economia cinese? Rispetto ad altri Paesi, a Pechino molte categorie di beni e di servizi sono ancora poco diffuse, lasciando un significativo potenziale di crescita, un trend guidato da una sempre più ampia classe media. “Le società come Kweichow Moutai (leader nel mercato dei distillati di fascia alta, ndr), China Life (leader nel mercato delle assicurazioni sulla vita, ndr) o Netease (società leader nel campo dei giochi on-line, ndr) emergono grazie al rapido cambiamento che sta caratterizzando l’economia nel suo complesso” sottolinea Jasmine Kang, Gestore del Comgest Growth Greater China.

Internet, del resto, è già diventato una piattaforma di marketing dominante e la Cina rappresenta già circa il 20% del mercato globale della pubblicità digitale mobile. Se il passaggio economico alla "Nuova Cina" non può essere ignorato, gli investitori dovrebbero anche tener conto delle opportunità nei settori tradizionali che continuano a rappresentare il nucleo centrale dell'economia: ad esempio, indicano gli esperti di Fidelity, "la ristrutturazione lato offerta nei comparti dell'acciaio e del carbone eliminerà gli operatori inefficienti e favorirà invece le società con una robusta situazione patrimoniale, solidi flussi di cassa, team di gestione validi e dividend yield interessanti".

Guardando al futuro, le società dotate di forte know how tecnologico e prodotti innovativi dovrebbero registrare i maggiori livelli di crescita. "Queste sono le opportunità che osservo al momento. Nel frattempo, confermo la predilezione per i settori della Nuova Cina, legati ai consumi, servizi e settori di ammodernamento del comparto industriale” aggiunge Raymond Ma, gestore di FF China Consumer Fund aggiunge.

A livello macro, tuttavia, bisognerà tenere d’occhio il rischio politico. "Durante il 2016 in Asia abbiamo assistito a un netto miglioramento economico. In particolare, la Cina nella seconda parte dell’anno si è contraddistinta per una decisa crescita sopra le aspettative e per un consumo interno rimasto stabile oltre il 10%" spiega Marcel Zimmermann, gestore di Lemanik Asian Opportunity. "Siamo positivi riguardo all’espansione economica di tutta l’Asia, ma prevediamo un aumento dei rischi geopolitici nell’area in assenza di una politica visionaria USA". Attenti a Trump, insomma, e alla sua capacità di implementare le promesse e le dichiarazioni fatte durante gli elezioni. In modo particolare, l’attenzione è puntata sulla possibilità di accettare Taiwan come nazione sovrana e sulla determinazione del neopresidente USA implementare dazi sulle importazioni.

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