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Gestore della settimana: "Reddito fisso: ecco cosa ci aspetta"

3/13/2017

I mercati obbligazionari, i tassi di interesse a lungo e a breve termine, il dollaro contro l'euro e i rischi politici nel 2017: ecco la view di Peter De Coensel, capo investimenti nel reddito fisso di Degroof Petercam Asset Management


Che cosa ci aspetta nel reddito fisso nei prossimi anni? Peter De Coensel (nella foto), capo investimenti nel reddito fisso di Degroof Petercam Asset Management, è moderatamente ottimista: secondo l'esperto, i tassi reali globali nel lungo periodo potrebbero salire dello 0,50% in tre o quattro anni e di un altro 0,50% in 10 anni. "Questo equivarrebbe a una graduale normalizzazione del livello dei tassi di interesse reali. Tutto ciò è sostenuto da un numero sempre più alto di richieste circa politiche di bilancio più espansive nei paesi sviluppati, con le banche centrali che invece esplicitano la loro volontà di adottare un atteggiamento meno interventista nei prossimi anni, andando verso l’esaurimento delle politiche di acquisto e la normalizzazione dei tassi di interesse. Un elemento, quest’ultimo, che non è ancora stato completamente prezzato dal mercato" spiega De Coensel.

Quali le aspettative sul mercato del reddito fisso nei prossimi anni?
Saranno tre gli elementi che a mio avviso avranno un impatto strutturale sui tassi di interesse nel lungo periodo. Primo, molti fattori che supportano la tesi di una crescita lenta nel lungo periodo sono ancora attuali. Per esempio, stiamo assistendo a un rallentamento verso i minimi della crescita della produttività globale. Inoltre, l'invecchiamento della popolazione nei paesi altamente sviluppati rallenterà la crescita. Questo supporta tassi di interesse reali bassi. Un secondo fattore si bassa sull’attuale eccesso di risparmio. Il periodo di forte espansione economica nel dopoguerra combinato con la generazione nata in pieno boom demografico, ha generato un eccesso di risparmio sul mercato. Ciò si traduce in innaturali bassi tassi di interesse causati da un eccesso di offerta di risparmio, in combinazione con le banche centrali che utilizzano una politica dei tassi di interesse espansiva per cercare di smuovere questa montagna di risparmio. Una politica monetaria che cerca di incoraggiare il consumo del risparmio accumulato o la sua trasformazione in prestiti. Oggi gradualmente si assiste all’effetto contrario. I Baby boomers stanno andando in pensione e inizieranno a utilizzare il loro risparmio in eccesso, stimolando i consumi e l’inflazione con probabili impatti positivi sui tassi di interesse reale. Un ulteriore elemento che va in questa direzione è il fatto che i paesi emergenti stanno sempre più focalizzando la loro politica sul sostegno ai consumi interni piuttosto che solo sulla produzione e sull’export. Il terzo elemento è relativo agli investimenti. Abbiamo assistito in questi ultimi anni a un drastico calo degli investimenti sia da parte dei governi che da parte delle imprese private. Maggiori investimenti di solito significano più crescita. Qualora questo trend non dovesse diminuire di intensità, con il consolidamento di un livello di investimenti strutturalmente basso, questo porterà a tassi di interesse reali bassi, limitando così la crescita potenziale e creando una focalizzazione sui risparmi.

Dobbiamo aspettarci di vedere grandi discrepanze tra i tassi di interesse negli Stati Uniti e quelli in Europa?
Le aspettative circa l’inflazione sono in aumento sia negli Stati Uniti che in Europa. Solo un programma rapido e incisivo di investimenti da parte dell’amministrazione Trump, potrebbe dare un’ulteriore spinta in questo senso nel breve termine. Oltre a questo, si prevede che il tasso di interesse di lungo termine a 10 anni aumenterà di circa lo 0,50% o di 50 punti base sia negli Stati Uniti sia nell'Unione europea verso la fine dell'anno. La principale differenza sarà tuttavia nella parte a breve termine della curva dei tassi d’interesse. La Bce ha recentemente rimosso la limitazione alla sua politica di acquisto che le impediva di comprare bond sul mercato con interessi al di sotto dello -0.4%, il cosiddetto deposito overnight dell'Eurotower. In questo modo Draghi ha molte più possibilità relativamente all’acquisto di titoli a breve termine causando così un ulteriore abbassamento dei tassi d’interesse e aumentando la discrepanza rispetto ai tassi d’interesse di lungo termine, la curva dei tassi d’interesse diventa più ripida. Questa è una buona notizia per le banche che guadagnano dalla differenza tra i tassi d’interesse di breve e di lungo termine.

Quali sono le sue attese a proposito del dollaro e dell’euro?
Il dollaro sta scambiando intorno a valori storicamente alti ma non vediamo alcuna ragione per la quale ciò dovrebbe cambiare nel breve termine. La Fed ha accennato a diversi aumenti dei tassi d’interesse mentre la Bce mantiene una politica accomodante, questo va a supporto del Dollaro. Il 2017 avrà un ruolo centrale a livello politico per l’area euro con elezioni in Germania, Olanda e Francia. Questa incertezza avrà il suo peso sul tasso euro/dollaro. Il dollaro inizierà a deprezzarsi solo se Trump guadagnerà il sostegno dei gruppi di interesse internazionali per svalutare la moneta. Tuttavia non crediamo che questa politica sarà la sua priorità. È probabile che Trump si concentrerà innanzitutto sulla politica interna.

Quali credete siano i principali rischi finanziari da tenere in considerazione nel prossimo futuro?
Innanzitutto vediamo ancora grande fragilità nel nostro sistema finanziario. Le banche centrali hanno acquistato 13.000 miliardi di dollari di asset finanziari, equivalenti a 30 volte il valore del Pil del Belgio. Questo potrebbe causare distorsioni in termini di liquidità e sensibilità ai tassi d’interesse, così come "volatilità degli spread" dei titoli societari. Dobbiamo poi tenere sotto controllo i cosiddetti cigni grigi: l’incertezza che sappiamo esistere, ma le cui conseguenze sono sconosciute. Per esempio, sappiamo che i francesi andranno alle urne ma non possiamo prevedere il risultato. In quanto gestori dobbiamo considerare attentamente come trattare questi rischi. Abbiamo scelto di diversificare a livello globale sui vari settori obbligazionari e, nel costruire il portafoglio obbligazionario, sceglieremo caso per caso le scadenze. Dobbiamo costruire posizioni che ci permettano di avere un’assicurazione’ ed essere in grado di reagire alle diverse evoluzioni con prontezza.

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