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Hardenberg (Franklin Templeton): gli emergenti sono cambiati

4/20/2017 | Marcella Persola

Il senior vice president & managing director di Templeton Emerging Markets Group racconta l'evoluzione che ha interessato i mercati emergenti e individua...


"La prospettiva di stabilizzazione dei prezzi delle materie prime e di miglioramento degli utili societari ha contribuito a risvegliare l’interesse degli investitori per i mercati emergenti durante lo scorso anno. Ma gli investitori che tornano a rivolgere l’attenzione ai mercati emergenti odierni potrebbero riscontrare una situazione molto diversa dal passato" sottolinea Carlos Hardenberg, senior vice president & managing director di Templeton Emerging Markets Group che ha analizzato i mercati emergenti e la loro evoluzione.

 

Per l'esperto della casa di gestione "se esaminiamo le società dei mercati emergenti in cui investiamo oggi, scopriamo che sono lontane anni luce da quelle che analizzavamo uno o due decenni fa" questo perché "il panorama delle società dei mercati emergenti ha subito in generale una significativa trasformazione dai business model del passato, che tendevano a concentrarsi su infrastrutture, telecomunicazioni, modelli bancari classici od imprese legate alle materie prime, ad una nuova generazione di aziende estremamente innovative che entrano nell’universo tecnologico ed adottano processi di produzione a valore aggiunto molto più alto" evidenzia Hardenberg. Tanto che si comincia ad osservare l’affermazione di alcuni marchi molto forti, rappresentati in tutto il mondo, provenienti da paesi dei mercati emergenti.

 

"Alla fine degli anni Novanta, quando ho cominciato a muovermi nel mondo degli investimenti nei mercati emergenti, le società tecnologiche costituivano soltanto circa il 3% dell’universo rappresentato dall’indice MCSI Emerging Markets (EM). Sei anni fa l’informatica (IT) rappresentava ancora meno del 10% delle società investibili nell’indice. Molte cose sono cambiate da allora. Oggi il settore IT (inclusi hardware, software, componenti e fornitori) costituisce circa un quarto dell’indice MSCI EM. E sebbene gran parte di questa attività abbia origine in Asia, comprese Taiwan, Corea del Sud ed in misura crescente la Cina, assistiamo a sviluppi analoghi anche in America Latina, Europa centrale ed orientale e persino in Africa" spiega il senior vice president & managing director di Templeton Emerging Markets Group.

 

"Il settore IT può essere un segmento difficile da capire e valutare. I business model cambiano rapidamente, adattandosi alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori e rispondendo a nuovi requisiti ambientali. Di conseguenza, è necessario dedicare più tempo a capire e valutare le singole società prima di investire nei titoli giusti, anche sulla base della propensione al rischio desiderata" continua l'esperto.

 

"Al momento, abbiamo identificato opportunità tra alcune delle società maggiori, ma tendiamo generalmente a preferire quelle di medie dimensioni, che riteniamo possano crescere complessivamente più del mercato. Andiamo alla ricerca di società che riteniamo capaci di adattarsi in modo più efficiente ed adeguarsi più flessibilmente ad un contesto in rapida evoluzione e che sono gestite da management team flessibili ed adeguatamente incentivati" conclude Hardenberg.

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