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Per Fidelity il ciclo rialzista non è ancora finito

7/13/2017

Per l'asset manager americano è uno dei bull market meno entusiasmanti che si ricordino: e questo spiega l'eccezionale longevità


I mercati rialzisti nascono dal pessimismo e muoiono di euforia. Lo scrive nel suo ultimo outlook Fidelity International, aggiungendo una postilla: in base a questo criterio, l’attuale ciclo rialzista - già di per sé uno dei più lunghi della storia - è destinato a proseguire. "Questo è stato uno dei mercati rialzisti meno entusiasmanti che si ricordino. Si tratta di una caratteristica che tuttavia aiuta a spiegarne l’eccezionale longevità. Certamente non si osserva in questo caso un atteggiamento teso a idolatrare l’azionario o permeato dal timore di restare esclusi, che invece era evidente nei precedenti picchi di mercato. I progressi del mercato sono inoltre sostenuti da una maggiore crescita degli utili" spiegano gli esperti dell'asset manager americano. 

Per il terzo trimestre Fidelity International suggerisce di concentrarsi su tre i temi dominanti. Eccoli. 

1. Il mercato rialzista è intatto ma prima o poi volgerà al termine
Il ciclo rialzista è ancora in corso, nonostante siano ampiamente diffusi i timori relativi alle modalità e alle tempistiche rispetto a una sua futura conclusione. L’attuale ciclo è stato infatti particolarmente lungo: con i suoi 99 mesi trascorsi da marzo 2009, si aggiudica il secondo posto per durata dalla Seconda Guerra mondiale. La gestione di molte problematiche relative ai titoli azionari è stata efficace, permettendo ai mercati di registrare una marcata crescita, che nel breve termine non prevediamo si arresterà.

2. L’aumento degli utili va a sostegno dei mercati azionari
L’Europa è la regione più interessante. L’aumento degli utili sta sostenendo i mercati azionari e il Vecchio Continente, in particolare, trae vantaggio da un effetto di accelerazione della crescita economica e degli utili, in particolare in seguito allo scemare dei timori inerenti la politica. Le revisioni degli utili europei sono in territorio stabilmente positivo e attualmente le stime superano quelle statunitensi anche nell’ambito della crescita dei ricavi.

3. Inflazione e Cina sono i fattori da monitorare
L’inflazione statunitense è stata insolitamente debole per tre mesi consecutivi, senza impedire alla Federal Reserve di aumentare i tassi durante la riunione di giugno. Una debolezza sostenuta farebbe sorgere dubbi sullo stato dell’economia americana, pertanto i dati relativi a crescita e inflazione negli Stati Uniti saranno anticipati e analizzati con attenzione. Nel frattempo la Cina sta tentando di porre un freno ad alcuni settori dell’economia, migliorando la trasparenza finanziaria. Si può, in particolare, osservare un inasprimento delle normative e delle condizioni finanziarie nel settore bancario, mentre la crescita creditizia ha subito un rallentamento. Confermiamo il nostro ottimismo verso i titoli internet cinesi, che stanno registrando una crescita notevole.

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