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Prospettive di fine 2017: occhi puntati sui "soliti sospetti"

8/17/2017 | Gloria Grigolon

C’è chi si sbilancia sul dollaro, chi pensa ai tassi d’interesse e chi, proiettato in avanti, guarda alle nuove economie. Quali risvolti è bene aspettarsi sul dollaro americano e sulla moneta unica?


C’è chi si sbilancia sul dollaro, chi pensa ai tassi d’interesse e chi, proiettato in avanti, guarda alle nuove economie. La linea di pensiero degli asset manager intervenuti su Advisor Professional confluisce, seppur con toni diversi, sempre sul medesimo soggetto: le banche centrali e le decisioni di politica monetaria ch’esse decideranno di seguire nei prossimi mesi. Quali risvolti è bene aspettarsi sul dollaro americano e sulla moneta unica?

 

Nel corso degli ultimi mesi gli investitori hanno dato credito all'euro e all'equity europeo, mentre la crescita economica statunitense è proseguita in un’ottica positiva. La debolezza del dollaro, secondo gli esperti di BlackRock, sta mantenendo espansiva la politica monetaria globale, permettendo alla Fed di rispettare un programma di aumento del costo del denaro che non sta gravando sulla ripresa economica.

 

Scemati i principali rischi politici in Europa e Stati Uniti, fondamentali macroeconomici oltre le attese hanno sostenuto sia le attività standard che gli strumenti a maggior rischio, una situazione che nel medio periodo non sarà però sostenibile. Su tale punto si son detti concordi Edmond de Rothschild Asset Management ed Arca Fondi Sgr, che a sua volta ha consigliato strategie flessibili e non direzionali, atte a trarre rendimento a prescindere dalla piega dei mercati. Nella view di EdR, il biglietto verde, avendo già abbondantemente scontato notizie negative, dovrebbe ora riavvicinarsi a livelli di negoziazione più fair, in linea con l’attività economica del Paese.

 

In vista di un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse ad opera della Federal Reserve, l’annuncio di una contrazione di bilancio a partire dal prossimo ottobre ha riportato BNP Paribas AM in posizione d’acquisto: seguendo una strategia di lungo periodo, il gruppo crede in un riapprezzamento del dollaro americano contro euro. Quest’ultimo, rivalutatosi del 3,85% tra l’inizio di luglio e l'inizio d'agosto, ha bucato il range di variazione tra 1,05 e 1,15 in atto da inizio 2015. Le motivazioni di un movimento rialzista per la moneta unica trovano spiegazione, secondo AXA IM, nel fatto che gli operatori hanno da un lato, sottostimato la resilienza della crescita USA e le sottostanti pressioni inflazionistiche; dall’altro, sopravvalutato la volontà di normalizzazione monetaria da parte della Bce, che probabilmente avrà luogo con tempistiche più lunghe di quanto attualmente attese.

 

Dinamiche valutarie a parte, a detta di Pictet AM la Federal Reserve, con un aumento dei tassi ed un taglio di bilancio, si sta comportando in maniera divergente rispetto ad un mercato che vende dollari e che si preoccupa della fase finale del ciclo proprio espansivo. Secondo gli esperti, se da un lato tassi d’interesse in crescita daranno maggiori possibilità d’intervento all’istituto centrale nel caso si presenti una nuova recessione, dall’altro la Fed potrebbe avere informazioni che il mercato ancora non sconta: tra queste, la validità della Dodd-Frank, norma che distingue attività di lending da attività di trading e che ha inibito i moltiplicatori monetari. Se tale vincolo cadesse, si avrebbe un effetto espansivo immediato, che l’istituto centrale potrebbe voler prevenire proprio agendo sui tassi.

 

A parere di Schroders, a prevalere sui mercati sarà ancora il clima di ottimismo, legato ai livelli elevati di liquidità che continuano a trainare i mercati. Anche se la Fed attuasse Il taglio da tre mila miliardi di dollari pronosticato entro l’estate 2020, hanno puntualizzato da Ethenea, il bilancio statunitense sarebbe comunque tre volte più grande di quello pre crisi 2007 e non andrebbe ad impattare né sulla carta in circolazione, né sulla capacità delle banche di concedere credito. In linea con tale pensiero, UBS AM: nonostante il QE abbia rappresentato un sostegno fondamentale per i titoli azionari globali, l’inversione di rotta della politica monetaria non implicherà un sell off, considerato che la liquidità mondiale continua ad aumentare.

 

Tornando infine al dollaro statunitense, a ruotare attorno alla valutazione del biglietto verde saranno gli strumenti in valuta locale. La preferenza di Eurizon in materia vede i mercati emergenti al primo posto, con una view negativa sul dollaro australiano. GAM, dal canto suo, crede nelle divise di Messico e Brasile, fortemente penalizzati dalle dinamiche geopolitiche, mentre assume posizione corta sulla lira turca. Bene anche rublo russo e dollaro canadese, che permette un’esposizione diretta al NAFTA.

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