Tempo di lettura: 3min

Bitcoin: una frode, una moda o un affare?

10/2/2017 | Gloria Grigolon

Blockchain sta alle transazioni come Internet sta alle informazioni, con la differenza la tecnologia a blocchi vanta maggiori garanzie in termini di privacy e sicurezza. Per comprendere cosa sia la blockchain è necessario pensare al bitcoin come alla sua prima applicazione.


Blockchain sta alle transazioni come Internet sta alle informazioni, con l’unica differenza che la tecnologia a blocchi vanta maggiori garanzie in termini di privacy e sicurezza. Per comprendere cosa sia la blockchain è necessario pensare al bitcoin come alla sua prima applicazione. Se la valuta elettronica è stata infatti recepita dal mercato del forex come novità assoluta, la tecnologia a blocchi è destinata a rivoluzionare l’industria finanziaria. Un’affermazione, questa, sulla quale concordano alcuni dei principali asset manager della piazza finanziaria, che hanno approfondito l’argomento su Advisor Professional.

 

Per spiegare cosa sia e come si muova la blockchain è bene partire, hanno sottolineato da Capital Group, da ciò che la blockchain non è: non è Internet, o meglio, è l’internet delle transazioni. La tecnologia a blocchi nasce infatti come libro mastro, contenente le specifiche delle transazioni che circolano nella rete. La rete è a sua volta composta da utenti che verificano la validità delle transazioni, intese come “blocchi” di informazioni crittografate relative ai diversi scambi. L’autenticità di ogni transazione è garantita da indirizzi provvisori che identificano mittente e destinatario (le cosiddette firme digitali) e che garantiscono anonimato dei soggetti e tracciabilità entro la rete.

 

Come riportato dagli esperti di Schroders, c’è un crescente disagio da parte di banche ed istituzioni nel parlare di sistemi di pagamento tecnologici. Se da un lato prevale infatti la titubanza di un metodo che potrebbe soppiantare il tessuto bancario classico, dall’altro c’è la curiosità e l’interesse nello scoprire un nuovo modo di trasferire denaro (ed informazioni) in maniera privata, immediata ed efficace. Per il momento, la Banca centrale europea ha dichiarato di non avere il potere di proibire o regolamentare il bitcoin, guardando però alla materia con crescente interesse. La People Bank of China, tra le prime ad interessarsi alla materia, ha vietato l’attività di crowdfunding tramite la raccolta bitcoin (ICOs), disponendo la chiusura della sua più grande piattaforma, la BTCChina. In tale direzione si sta spostando anche la Corea del Sud. La Banca d’Albania ha dichiarato illegali le entità finanziarie locali che effettuano in loco lo scambio di criptovalute, preoccupandosi del controllo sfuggente. Parallelamente le autorità centrali di Australia e Giappone stanno pensando ad un modo per regolarizzare le monete digitali, accentrando la supervisione degli scambi.

 

Quanto vale quindi un bitcoin? Per rispondere a tale domanda si può partire da una provocazione: se i dollari iniziassero a circolare in modo indipendente rispetto agli Stati Uniti, a quanto ammonterebbe la loro valutazione? Il bitcoin nasce per soddisfare esigenze di un mondo in evoluzione non soddisfatto dalla lentezza della circolazione delle monete fiat. Se da un lato è alla tecnologia a blocchi che si deve il successo della valuta virtuale, la blockchain non è la sola responsabile. A specificarlo è M&G, che ha ricordato come il protocollo di base del bitcoin specifichi che la quantità complessiva di criptovaluta in circolazione, al pari di una materia prima, possa espandersi fino ad un massimo di 21 milioni circa, autoregolandosi a seconda della domanda.

 

Secondo uno studio di Accenture-Aon, l’utilizzo della blockchain per 8 delle 10 maggiori banche al mondo potrebbe ridurre i costi delle infrastrutture finanziarie mediamente del 30%, e svincolare gli istituti dalla detenzione di riserve a copertura delle transazioni. Al momento fanno da cassa di risonanza le posizioni delle banche d’affari americane JP Morgan e Morgan Stanley, la prima che tramite le parole del Ceo, Jamie Dimon, ha catalogato il bitcoin come "una frode che finirà per esplodere"; la seconda che, con l'omologo James Gorman, ha definito il bitcoin "ben più di una moda", aggiungendo che il concetto di moneta anonima è interessante per l’elevato livello di protezione che offre.

Sono lecite le preoccupazioni dell’alta finanza, istituzionale e non a proposito delle criptovalute? Forse sì, dietro però ci sono di certo altri interessi.

 

 

Ulteriori approfondimenti: Bitcoin e blockchain, istruzioni per l'uso

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?