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Columbia Threadneedle Inv: positivi su azionario giapponese

12/13/2017 | Greta Bisello

Il giudizio per il 2018 di due gestori multi-asset Toby Nangle e Maya Bhandari, le possibilità del mercato asiatico e le incognite di quello statunitense che guarda ancora alla legge fiscale


Cinque i motivi che hanno indotto a rivedere a rialzo l’allocazione sull’azionario giapponese da parte di Columbia Threadneedle Investments e un giudizio che passa ad essere molto favorevole. Queste sono l'accelerazione degli utili societari bottom-up; indicazioni che la riforma delle imprese in atto accresce il rendimento per gli azionisti; aspettative economiche solide; il calo del rischio politico in seguito alla vittoria di Abe alle elezioni anticipate e, infine, l’elevata leva operativa delle imprese giapponesi in relazione al miglioramento generalizzato della congiuntura mondiale.

 

Una congiuntura politica favorevole dunque: il rinnovo di Abe dovrebbe portare alla riconferma di Haruhiko Kuroda al timone della BoJ.

Due gestori multi-asset Toby Nangle e Maya Bhandari ripongono fiducia sulle attuali posizioni che prediligono le azioni al reddito fisso, le azioni rispetto alla liquidità, nonché la scommessa sulla prosecuzione dello scenario di crescita mondiale e una futura deflazione. Non solo Giappone comunque, ma anche Europa (con l’eccezione di Regno Unito) e mercati asiatici emergenti.

 

Per quanto concerne gli Stati Uniti invece rimangono dubbi sui cambiamenti tangibili che la riforma fiscale sarà in grado di apportare.

Le azioni statunitensi sono favorevolmente posizionate per beneficiare dei "megatrend" di lungo periodo nel settore tecnologico e non solo, come ad esempio il passaggio verso il cloud computing, l'intelligenza artificiale, le auto connesse e le reti wireless 5G. Una crescita prevista inoltre di altri 100 miliardi nei prossimi 5 anni nell’industria dei semiconduttori (che oggi conta 350 miliardi di dollari)

Nei portafogli statunitensi abbiamo posizioni di sovrappeso chiave sulla tecnologia, sulla salute (e in particolare sulla biotecnologia) e sulle grandi società finanziarie, e tutte dovrebbero beneficiare di un allentamento della regolamentazione. Le nostre posizioni di sottopeso sono nei beni di prima necessità, nelle utilities e nei REIT in ragione delle loro caratteristiche di analogia con le obbligazioni, mentre il maggiore sottopeso è sul settore della distribuzione, alla luce della sua crescita negativa e della notevole concorrenza. Escludendo eventuali rialzi legati alla potenziale riforma fiscale, prevediamo attualmente una crescita degli utili del 10% per il 2017 e il 2018 con potenziali rischi per questo scenario, tra cui un altro crollo delle quotazioni energetiche, un inasprimento della regolamentazione bancaria, un notevole apprezzamento del dollaro USA o un errore di politica monetaria da parte della Federal Reserve.

 

Le prospettive per il reddito fisso sembrano meno favorevoli, in quanto ci stiamo avvicinando alla fine del ciclo del credito attuale.

Posizione neutrale nei confronti delle obbligazioni societarie investment grade, anche se i rialzi potenziali possono essere piuttosto limitati, non c’è ancora alcuna evidenza per mettersi in allarme.

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