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Marzotto Sim, 2018: quattro motivi per preferire l'Europa

12/20/2017 | Greta Bisello

Politica, economia, mercato azionario, banche centrali i motivi per i quali l'Europa risulterà più attrattiva e sicura rispetto agli Stati Uniti, per gli investitori nel prossimo anno


Marzotto Sim rintraccia quattro buoni motivi per preferire, nel 2018, l'Europa rispetto gli Stati Uniti, dalla politica alla normalizzazione della Fed.

 

Politica

La politica degli Stati Uniti fa paura e la struttura di Trump potrebbe essere minata alle fondamenta se i Repubblicana perderanno, come probabile, la maggioranza in Senato (si veda il caso del successo democratico in Alabama), perdendo anche parlamentari alla Camera.

La riforma fiscale è un altro motivo di incertezza per gli investitori che vedono a rischio tutte le altre riforme promesse dal presidente sin dai tempi della campagna elettorale.

Il 2018 d’altra parte non è privo di scogli politici anche in Europa che guarda alla Catalogna (voto al 21 dicembre), alle elezioni italiane e alla mancanza di una coalizione in Germania dopo il fallimento della coalizione Giamaica. Va detto però che se queste questioni venissero risolte nel primo trimestre, il resto dell’anno sembra molto più sereno.

 

Banche Centrali

Le banche centrali saranno vere protagoniste il prossimo anno, ma tra Fed e Bce c’è una differenza. Da una parte la prima prevede già 3 rialzi dei tassi, la seconda invece al di là delle restrizioni di QE dovrebbe continuare a rimanere accomodante con le spalle coperte da una crescita economica robusta e una bassa inflazione per tutto l’anno.

 

Economia

Gli Stati Uniti prevedendo una crescita in linea con il 2017, senza superare il target del 3% nonostante l’approvazione della riforma fiscale. Per l’Europa invece il momento è molto positivo con un aumento del commercio a livello globale e una crescita economica sincronizzata che aiuterà le esportazioni europee.

 

Mercato azionario

La riforma fiscale di Trump porterà molto probabilmente un aumento dei buybacks e dei dividendi, come un aumento di circa il 10% nella crescita degli EPS derivanti dal taglio delle tasse. Nonostante il dato incoraggiante il mercato già sta scontando questo effetto benefico mentre le incertezze derivanti dalla politica e dalla Fed potrebbero portare gli investitori a guardare altrove.

Le aziende europee hanno una probabilità superiore di battere le stime di utili rispetto alle americane. Il mercato statunitense ha fortemente ouperformato negli ultimi 3 anni e 6 mesi ed ora scambia con un premio del 25% rispetto all’Europa in termini di forward P/E – il più alto dalla crisi del debito sovrano che ha colpito l’Europa nel 2011-2012 e ben al di sopra del 17% di premio medio dai minimi raggiunti dal mercato nel primo trimestre del 2009 (grafico di seguito). I significativi flussi in uscita verso gli Stati Uniti avvenuti durante il negativo periodo IR nel 2015 e 2016 hanno raggiunto il minimo nel 2017 e dovrebbero iniziare a invertire qualora la crescita e stabilità economica si rafforzassero in Europa.

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