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Invesco PowerShares, 2018: l'azionario non si ferma

12/20/2017

Primo per rendimenti stimati per il prossimo anno risulta essere il settore immobiliare (in valuta locale) con il 10,4%


Le previsioni di PowerShares per il 2018 continuano a vedere il mercato azionario globale in una fase rialzista nonostante le tensioni a livello geopolitico e le incertezze sulle riforme americane e sulla stabilità del governo Trump. Primo per rendimenti stimati per il 2018 risulta essere il settore immobiliare (in valuta locale) con il 10,4%, seguito dal mercato azionario globale al 7,6%. In generale si prevede che i rendimenti delle obbligazioni societarie investment grade e high yield2 e i titoli di Stato saranno rispettivamente pari all’1,9%, all’1,3% e allo 0,3%.

 

Paul Jackson, responsabile della ricerca multi-asset di Invesco PowerShares, commenta così: “Secondo lo scenario principale, prevediamo un leggero rialzo dell’inflazione nel corso del 2018 e un lieve calo del PIL mondiale (entrambi al 3%). Stimiamo che, nel corso del 2018, si verificherà una transizione verso una situazione in cui la maggior parte delle principali banche centrali implementeranno una politica monetaria più restrittiva o elimineranno misure di stimolo, con la sola eccezione della Banca centrale giapponese. Prevediamo ad esempio che la Fed aumenterà i tassi di interesse nel corso del prossimo anno e che la BCE farà lo stesso verso la fine del 2018, dopo aver completato il processo di riduzione degli acquisti di titoli durante il terzo trimestre dell’anno”.

Le prospettive di mercato tengono conto di alcuni punti chiave come l’andamento dell’inflazione nel 2018, il ciclo economico negli Stati Uniti che è in una fase avanzata ma non esistono evidenze di una fase recessiva. La fase transitoria delle banche centrali che si avviano verso una normalizzazione con un rialzo dei tassi d’interesse, il prossimo anno i rendimenti dei titoli di Stato potranno essere vicini allo zero.

 

Invesco PowerShares privilegia delle classi di attivo: titoli di Stato dei paesi emergenti, le azioni e il settore immobiliare dell’eurozona. Nei settori azionari l'industriale, food & beverage statunitense, travel & leisure e servizi finanziari

Prosegue Jackson: “L’introduzione di una politica monetaria restrittiva da parte delle banche centrali non implica di solito la fine del ciclo del mercato azionario. I mercati azionari ribassisti sono più spesso associati ad eventi come le guerre, la recessione economica, l’aumento dell’inflazione/dei rendimenti obbligazionari - e tali eventi sono difficili da prevedere. Molto può succedere nel 2018. I mercati probabilmente potrebbero scontare le preoccupazioni legate agli eventi quali la prossima recessione negli Stati Uniti (a nostro avviso non ce ne sarà una nel 2018), una riduzione del debito da parte delle autorità cinesi tale da rallentare l’economia (di cui dubitiamo), e i risultati dei negoziati sulla Brexit: il Regno Unito uscirà dall’UE e a quali condizioni? (Probabilmente non molto favorevoli). Pertanto, le “montagne russe dell’economia” è un’espressione appropriata per descrivere le nostre opinioni per il 2018”.

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