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Gestore della settimana: "Azionario USA: il 2018 sarà un anno in bianco e nero"

1/22/2018

Diminuirà il sostegno offerto in passato dalle banche centrali e aumenteranno le preoccupazioni sulle valutazioni


I dati USA pubblicati nel secondo semestre del 2017 hanno infuso ottimismo tra gli investitori: indicano il persistere di una crescita solida dell’economia nel 2018, con gli indicatori di fiducia a livelli record, un basso tasso di disoccupazione e una robusta attività manifatturiera. Nel frattempo, le aziende americane si aspettano una crescita degli utili pari a circa il 10% per il 2017. "Dati il protrarsi delle tendenze economiche positive e la spinta dalla prevista riforma fiscale, gli utili dovrebbero mettere a segno un rialzo simile nel 2018. D’altro canto, la generazione dei flussi di cassa è stata stagnante negli ultimi anni e questo è un fattore da tener presente" spiega Cormac Weldon (nella foto), gestore azionario di Artemis Investment Management.

"È vero che ci sono preoccupazioni sulle quotazioni del mercato azionario USA ma gli attuali livelli di valutazione non ci creano allarmi, poiché riteniamo che siano giustificati dalla forte crescita degli utili e da una buona redditività. Inoltre, a favorire tale andamento sono anche i bassi rendimenti obbligazionari" prosegue. Questo però è solo un lato della medaglia. L'altro lato, quello più oscuro, è il livello di liquidità sui mercati. "Uno dei maggiori rischi per la performance del mercato azionario sarà il costante ritiro di liquidità da parte delle banche centrali. Se si mette a confronto l’andamento dei mercati azionari a partire dalla crisi e l’iniezione di liquidità da parte di tutte le banche centrali si nota una forte correlazione. Pertanto, è probabile che il processo di riduzione di liquidità nel sistema da parte della Fed avrà un impatto sulla performance del mercato" sottolinea Weldon.

Dunque, quanto è lecito preoccuparsi? "La Fed ha già affermato che i tassi di interesse continueranno a salire nel 2018. In quel contesto si deve fare attenzione al livello di indebitamento delle imprese. Siamo in una situazione di debito a basso costo da molto tempo ormai, ma un aumento dei tassi di interesse si tradurrà in maggiori oneri finanziari per le aziende. D’altro canto, un mercato del lavoro in tensione avrà conseguenze in termini di incrementi salariali. L’inflazione salariale è, ovviamente, positiva per la spesa per consumi ma mette sotto pressione i margini dei settori ad elevata intensità di lavoro, dato l’aumento del costo dello stesso" aggiunge il gestore.

Quanto alle notizie positive, Weldon cita la spesa per investimenti che dovrebbe aumentare: l’assenza di progressi da parte dell’amministrazione Trump ha lasciato le cose in sospeso per quest’anno ma i progetti dovrebbero cominciare a prendere forma nel 2018. "Vista l’importanza attribuita al rimpatrio delle attività negli USA, questa spesa per investimenti potrebbe esser il propellente per un vero e proprio rinascimento del settore manifatturiero USA. È possibile anche un incremento dell’automazione, specialmente in un contesto di piena occupazione e di aumenti salariali, messo in atto dalle aziende per difendersi da un aumento dei costi e per proteggere i loro margini" conclude il gestore.

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