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Schroders: la Scozia dice no, l'Europa evita il rischio caos

9/19/2014

Secondo Azad Zangana, European Economist di Schroders, gli investitori di lungo termine saranno ora consci del rischio di secessione e potrebbero chiedere un premio per il rischio in futuro


Azad Zangana, European Economist di Schroders, commenta l’esito del referendum sull’Indipendenza della Scozia (55,3% in no all’indipendenza  contro il 44,7% dei sì).
 
Dopo mesi di intensa campagna elettorale, grande incertezza e volatilità sui mercati, la Scozia ha detto ‘no’ all’indipendenza dal Regno Unito. Con una elevatissima affluenza, stimata attorno all’84,5%, le più recenti proiezioni danno la vittoria del fronte degli unionisti al 55,4%, un vantaggio più ampio di quanto segnalato dai sondaggi pre-voto.
 
Gli investitori e i mercati finanziari tireranno certamente un sospiro di sollievo a seguito della notizia, tendenza già evidenziata dal rimbalzo mattutino della sterlina contro dollaro ed euro. La valuta britannica è salita da 1,62 contro la divisa statunitense di inizio settimana fino a 1,65 questa mattina. Le prospettive di mesi di complicati negoziati, incertezza sulla suddivisione del debito e dei beni nazionali, nonché il problema della valuta di una Scozia indipendente, hanno pesato sulla fiducia degli investitori nelle ultime settimane, soprattutto quando i sondaggi hanno mostrato i due fronti – pro e contro indipendenza – molto vicini nelle urne.
 
 
Ora, Westminster dovrebbe devolvere più poteri alla Scozia, dopo la promessa fatta dai leader dei principali partiti politici poco prima del referendum. La variabilità dei tassi dell’imposizione fiscale potrebbe introdurre distorsioni a livello micro, ma sull’economia in generale dovrebbe avere un impatto limitato. Il risultato della consultazione di ieri, unitamente all’ulteriore cessione di poteri, rende un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia molto improbabile. Tuttavia, gli investitori di lungo termine saranno ora consci del rischio di secessione e potrebbero chiedere un premio per il rischio in futuro, per le operazioni con asset scozzesi.
 
Il proseguimento dell’Unione significa anche una riduzione del rischio di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, sebbene questo resti significativo. Gli scozzesi sono infatti maggiormente a favore della permanenza nell’UE, rispetto al resto degli abitanti del Regno Unito. In generale, l’esito referendario ha permesso di evitare un grande caos e ora l’attenzione può ritornare sul potenziamento della forte ripresa economica già in atto. La Bank of England ora probabilmente spingerà per un rialzo dei tassi di interesse a inizio del 2015, in assenza di incertezza politica.

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