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Emergenti: Cina tiene ma preoccupa, male la Polonia

2/22/2016 | Davide Mosca

In Europa fortemente negativa anche la Grecia, mentre l’outlook è positivo per Ungheria e Repubblica Ceca secondo il Report Raiffesen Capital Management


Il report mensile di Raiffesen Capital Management registra una situazione in chiaro scuro sugli emergenti. La Cina, fondamentale per la maggior parte di questi mercati, continua a destare preoccupazioni legate al rallentamento della crescita e alle pressioni sullo yuan con rischio svalutazione. Nonostante il sostanziale crollo del mercato azionario di Pechino registrato nel 2016, i fondamentali continuano ad essere positivi e la correzione in atto non creerà eccessivi squilibri. Segnali contrastanti arrivano da India, Brasile e Russia. La produzione industriale indiana è entrata in territorio negativo, principalmente a causa di fattori congiunturali tra cui eventi climatici straordinari. Il Brasile è visto dall’OCSE alle porte di una sostanziale stabilizzazione ma le previsioni rimangono complessivamente negative sull’anno e in Russia il crollo dei prezzi delle materie prime e le sanzioni occidentali lasciano segni profondi nell’economia con il mercato azionario che dimostra però un’ottima capacità di tenuta.

 

 

In Europa la situazione di maggiore difficoltà viene registrata in Polonia, dove il taglio del rating da parte di Standard and Poor’s da A- con outlook stabile a BBB+ con outlook negativo ha contribuito al crollo dell’azionario (-7%) e della valuta nazionale. Ad impattare sono le politiche, non solo in ambito economico, del governo di Varsavia che continua a esercitare forti pressioni su giustizia e media. Situazione positiva per Ungheria e Repubblica Ceca che hanno tenuto molto bene sull’azionario nonostante il trend globale (Ungheria +2,2%, Repubblica Ceca -0,5%). Male la Grecia in cui il governo si trova far fronte alle richieste della Troika prevedendo ulteriori tagli alle pensioni. Pesanti le reazioni nel Paese che contribuiscono al peggioramento del sentiment con il mercato azionario che è crollato del 21% e l’indice bancario sceso a un minimo record.

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