A 100 giorni dal referendum del 23 gugno che potrebbe segnare l'uscita del regno unito dall'Unione europea, il termine Brexit guadagna ogni giorno spazi più ampi nei quotidiani britannici e non solo. Anche i mercati, concentrati nell'inizio del 2016 su Cina e petrolio in particolare, stanno prendendo le prime misure per valutare prospettive e scenari inerenti la possibile leave di Londra.

 

Gli effetti di questo movimento sono già visibili, come sottolinea la view sul tema di Deutche Asset Management, sull'anadamento della sterlina che dal primo gennaio ad oggi ha perso il 5,2% nei confronti dell'euro e il 2,9% nei confronti del dollaro statunitense. Secondo l'asset manager tedesco con la Brexit si verificherebbe un contraccolpo sull'economia britannica concentrato in particolare nel breve periodo, con annesso aumento delle correnti anti-europeiste che potrebbero portare a rivendicazioni simili da parte di altri Stati dell'Unione.

 

 

In termini di asset class, in particolare, l'azionario europeo vedrebbe un aumento generalizzato della volatilità. L'indice FTSE 100, avendo un tasso di export vicino all'80%, beneficerebbe della fluttuazione al ribasso della sterlina. Nel reddito fisso, conseguenze per i Gilts, governativi britannici. Nelle valute, conclude il team di Deutsche Asset Management, le conseguenze sono prezzabili in una perdita del 10% del valore, rispettivamente della sterlina sull'euro e dell'euro sul dollaro.