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Debito emergente, tre anni di flessione ma c'è ancora valore

7/25/2016 | Davide Mosca

L'analisi di Simon Lue-Fong, head of emerging market debt di Pictet AM, spiega come individuare sacche di rendimento in una asset class messa sotto pressione da fondamentali macroeconomici in flessione


"Sono tempi insoliti. Dieci anni fa i cicli del debito emergente erano caratterizzati per lo più da forti alti e bassi. Ma allora i ribassi avevano vita relativamente breve. Le correzioni duravano al massimo un anno e poi seguiva immancabilmente un rally." L'analisi di Simon Lue-Fong, head of emerging market debt di Pictet AM, parte da un dato inconfutabile: i tre anni di flessione consecutiva del debito emergente. Circostanza inedita che è costata caro a quegli investitori che hanno anticipato il punto di entrata, basandosi sugli andamenti post 2008, quando "si riteneva che le aree emergenti avrebbero salvato il mondo."

 

 

Centrale dunque - spiega Lue-Fong - individuare i fondamentali macroeconomici responsabili dell'attuale e perdurante flessione del comparto, primo fra tutti la crescita insolitamente bassa e gli effetti di questa sulle valute. "Tra i vari dati che monitoriamo - afferma l'head of emerging market debt di Pictet AM - prestiamo particolare attenzione alle esportazioni nominali, che presentano un'elevata correlazione con la crescita del PIL e l'andamento delle valute. La crescita delle esportazioni nominali delle economie emergenti non ha ancora recuperato pienamente dal crollo iniziato nella seconda metà del 2011." 

 

 

 

All'orizzonte non sembra profilarsi nessun campione della crescita che possa sostituire la Cina nel ruolo di traino per l'intero universo degli emergenti. Nonostante ciò è possibile andare alla ricerca di sacche di rendimento grazie, ad esempio, alla libera fluttuazione delle valute che ha determinato una sottovalutazione che secondo Pictet si attesta ad oggi al 25%. Il debito di Vietnam, per cui si notano significativi progressi strutturali, e Argentina, per cui il rischio è elevato ma i rendimenti hanno toccato il 38% nonostante le comprovate competenze tecniche di un governo impeganto in un importante e complicato piano di riduzione dell'inflazione, rappresentano interessanti opzioni di investimento. "Il debito emergente - conclude Lue-Fong, inserendo l'asset class nel quadro generale dell'universo di investimento - è inoltre destinato ad assumere maggior rilievo nei portafogli, soprattutto alla luce dell'inarrestabile diminuzione dei rendimenti offerti dalle regioni avanzate."

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