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8/12/2016 | Davide Mosca
"Nonostante una maggiore volatilità del rublo all’inizio del 2016 e un crollo del prezzo del petrolio in gennaio, le obbligazioni russe sono state incredibilmente solide e in grado di creare il proprio percorso fin dall’inizio dell’anno, tenendo le distanze dalla situazione di turbolenza globale dei mercati azionari e delle attività più rischiose." Simon Fasdal, head of fixed income trading di Saxo Bank, analizza l'andamento per certi versi sorprendente dei bond russi, in grado di schivare le turbolenze dei mercati nella prima parte del 2016, favoriti anche dall'andamento laterale dei mercati finanziari e dai dati economici globali contrastanti, entrambi fattori positivi per l'universo obbligazionario emergente.
Un fattore di incertezza per questa asset class è, però, rappresentato dall'evoluzione del prezzo del petrolio che non appare in grado di muoversi dai minini raggiunti. Nonostante ciò - afferma Fasdal - "la Russia di cresce, con ulteriori aspettative di miglioramento nella prima parte del prossimo anno" e se l'oro nero dovesse tornare tale superando i 60 dollari al barile, il beneficio sarebbe immenso.
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