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Petrolio, cosa aspettarsi fino a fine anno

9/26/2016 | Davide Mosca

Le prospettive di breve e lungo periodo dell'oro nero sono state al centro di un dibattito fra analisti e investitori promosso da Etf Securities


Una fluttuazione del WTI controllata e compresa tra i 40 e i 50 dollari al barile da qui a fine 2016. Maurizio Mazziero, analista indipendente e fondatore di Mazziero Research, e Giacomo Romeo, oil & gas equity analyst di Macquarie Group, invitati da ETF Securities a un confronto con gli investitori sulle prospettive dell'oro nero, sono d'accordo nel definire altamente improbabile un'uscita da questa fascia di prezzo prima della fine dell'anno.

 

Elemento fondamentale a supporto di tale previsione è, sottolinea Mazziero, l'attuale ammontare delle scorte di greggio. Solo riassorbendo tali scorte, che negli Stati Uniti ammontano oggi a 500 milioni di barili, pari a 30,5 giorni di consumo, sarà possibile arrivare a un significativo e duraturo rialzo dei prezzi. 

 

Non basta, come sottolinea anche Giacomo Romeo, oil & gas equity analyst di Macquarie Group, il sostanziale ribilanciamento tra domanda e offerta nel mercato del petrolio e conseguente riduzione del surplus. Nel brevissimo periodo, da qui fino a fine anno, si potrebbe assistere a un incremento dell'offerta e a un leggero indebolimento della domanda, senza però grossi effetti sui prezzi. Le previsioni degli analisti Macquarie posizionano il Brent a 43,8 e il WTI a 41,3 dollari a fine 2016. Già ad inzio 2017, sostiene Romeo, "dovremmo assitere a un miglioramento dei fondamentali e ad una tendenza al rialzo, messa però a rischio da ulteriori ritardi nella crescita."

 

Un peso decisivo hanno inoltre le evoluzioni negli accordi tra Paesi produttori. È in corso di svolgimento il vertice OPEC + Russia di Algeri, il cui obbiettivo, difficilmente raggiungibile secondo Mazziero, è un accordo reale ed effettivo sulla riduzione delle quote di produzione che porterebbe a un deciso movimento dei prezzi. Le resistenze di Iraq e Iran a ridurre l'estrazione su larga scala, da poco ripresa a seguito della fine delle misure sanzionatorie internazionali, non sembrano sul punto di essere superate, nonostante le pressioni dell'Arabia Saudita che inizia a soffrire i 6 mesi consecutivi di dumping messo in atto per spingere fuori mercato la produzione statunitense.  

 

“È importante informare gli investitori sul petrolio - ha affermato Massimo Siano, head of southern Europe di ETF Securities a margine della discussione - perché dal prezzo petrolio dipendono le decisioni delle Banche centrali e si possono intuire le eventuali crescite della domanda aggregata."

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